Il negativo andamento negli ultimi tre mesi (-14% in euro) ha fatto scivolare ING del 13% rispetto al fair value di 16,20 euro (report aggiornato al 5 aprile 2018), ma gli analisti di Morningstar sono convinti della bontà del modello di business del gruppo olandese e della sua capacità di generare buoni risultati anche nei prossimi anni.
La strategia di ING funziona
“La banca ha gestito in maniera intelligente la fase prolungata di bassi tassi di interesse in Europa: ha alleggerito progressivamente il bilancio dagli accantonamenti per perdite su crediti, ha cercato di aumentare il peso dei ricavi da commissioni e di ridurre i costi operativi. Inoltre, ha migliorato la diversificazione del suo segmento wholesale (relativo alle operazioni tra operatori istituzionali come banche, fondi pensione, agenzie governative) e quella geografica del ramo retail, e sta investendo nel processo di digitalizzazione dei suoi servizi”, dice Derya Guzel, analista di Morningstar. “Ci aspettiamo che la crescita dei prestiti e delle commissioni dalle attività di trading spinga il fatturato a un ritmo del 4,3% nei prossimi cinque anni, mentre per vedere i reali benefici della politica di tagli alla spesa bisognerà aspettare qualche anno in più”.
ING sopra la media del settore bancario
Relativamente al suo profilo ESG, ING Groep si posiziona largamente sopra la media del settore grazie a un rating di Sustainalytics di 85 su 100. “ING integra in maniera esemplare i fattori di sostenibilità all’interno della sua attività di asset management e delle sue scelte di finanziamento e, nonostante operi in più di 40 paesi nel mondo, è riuscita con successo a mantenersi alla larga da controversie di natura etica. Inoltre, la banca sembra preparata ad affrontare i cambiamenti legati alla digitalizzazione dei prodotti e servizi e le problematiche relative alla sicurezza dei dati”, dice Michelle McCulloch, analista di Sustainalytics (report aggiornato al dicembre 2017).
Lenovo punta al mercato globale
Lenovo è leader nel mercato cinese dei Pc e laptop. Il gruppo ha approfittato della maturazione del settore per conquistare quote importanti nel mercato asiatico attraverso l’offerta di prodotti a prezzi molto competitivi e ora cerca di adottare la stessa strategia anche fuori dai confini regionali. “Il management ha dichiarato che il miglioramento dei margini di profitto è notevole quando all’interno di un mercato si riesce a conquistare il 15-20% della domanda. Queste sono le aspettative anche per i paesi al di fuori della Cina”, dice Allen Cheng di Morningstar.
“Ci attendiamo che nel lungo termine Lenovo sfrutti il suo successo nell’industria dei Pc e laptop per affermarsi in segmenti di prodotto a più alto valore aggiunto come quello dei server e degli smartphone. Le nostre previsioni per i prossimi cinque anni indicano una crescita media del fatturato dell’1%, trainata dall’espansione della sua quota di mercato globale e da nuove acquisizioni, mentre le difficili relazioni diplomatiche tra Usa-Cina aiuteranno il gruppo a difendersi dalla concorrenza delle aziende statunitensi. La nostra stima del fair value è pari a 5,20 dollari di Hong Kong, mentre il mercato scambia il titolo a un tasso di sconto del 25%” (report aggiornato all’8 febbraio).
Lenovo al top nel rating ESG
Sustainalytics assegna a Lenovo un ESG rating di 84 su 100 posizionandola al secondo posto tra le aziende del settore. Il gruppo richiede per la sua produzione un’elevata quantità di materie prime, cosa che rende il controllo della sua rete di fornitori un aspetto cruciale in termini di sostenibilità, mentre la strategia di spostarsi progressivamente sui segmenti software ed enterprise service lo espone al rischio legato alla sicurezza dei dati. “Lenovo ha dimostrato di avere un approccio proattivo nella gestione di questi rischi: richiede ai fornitori di firmare un codice di condotta e di adottare gli standard etici mentre sul fronte della sicurezza dei dati fornisce molte informazioni sui sistemi di gestione, ha un team dedicato ai possibili incidenti relativi alla sicurezza dei prodotti che collabora con i clienti per identificare potenziali nuovi minacce e creare piani di risposta”, dice Matthew Barg di Sustainalytics (report aggiornato all’aprile 2017).
Il mercato sconta Deutsche Telecom
I risultati di Deutsche Telecom (DT) mostrano come la strategia aziendale stia dando i suoi frutti, ma il mercato continua a essere scettico sul suo futuro e sconta il titolo di circa il 20% rispetto al fair value di 17 euro (report aggiornato al 23 febbraio 2018).
“La compagnia tedesca ha aumentato il focus sulla redditività del capitale provvedendo a liquidare gli asset poco profittevoli e a tagliare i costi operativi, mentre gli investimenti fatti in Germania nell’ampliamento della rete di fibra ottica (40.000 km nel 2017 e 20.000 quest’anno) dovrebbero permettergli di offrire un servizio di Internet veloce migliore e quindi promuovere un pacchetto di servizi che comprendano rete fissa, mobile e banda larga”, dice Allan C. Nichols di Morningstar. “Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 2%, grazie soprattutto al contributo offerto dalla sua partecipazione in T-Mobile US, mentre la crescita in Germania e nel resto dell’Europa continuerà a mantenersi attorno all’1%”.
Sustainalytics incorona DT
Deutsche Telecom è leader nel settore telecom sotto il profilo della sostenibilità. Sustainalytics assegna al gruppo tedesco un rating di 84 su 100 che la piazza in prima posizione tra le aziende telefoniche coperte da analisi. Il fattore di rischio più rilevante per gli operatori dell’industria è quello legato alla sicurezza dei dati. DT è tenuta a rispettare la regolamentazione in materia dettata dall’Unione europea, ma la società è andata ben oltre la sottoscrizione di tali impegni. Nel 2017 Deutsche Telecom ha creato un’unità speciale (Telecom Security) il cui compito è quello della supervisione della sicurezza per tutte le controllate del gruppo e ha un centro di Cyber Defense che si occupa del monitoraggio di cybersecurity. Più in generale, l’azienda ha un team alla Corporate Responsibility che ha un ampio programma di politiche per rispondere alle varie problematiche di sostenibilità e adotta un sistema di metriche per monitorare il raggiungimento degli obiettivi in materia ESG.
A cura di Francesco Lavecchia, editor di Morningstar.it
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