Una raccolta così alta a livello globale, i fondi e gli Etf non la ricordavano da oltre un decennio. Secondo le statistiche di Morningstar, nel 2017 i flussi netti verso il risparmio gestito sono stati di circa 2 mila miliardi di dollari, contro gli 835 miliardi del 2016. Gli Stati Uniti hanno fatto da traino con circa 800 miliardi, seguiti dai cosiddetti prodotti cross-border (642 miliardi) domiciliati in paesi fiscalmente favorevoli come il Lussemburgo o l’Irlanda e distribuiti in tutta Europa, in Asia, America latina e Medio oriente. Il tasso di crescita organica di questi ultimi è stato del 13%, più del doppio rispetto agli strumenti domiciliati in altri paesi europei.
Gli obbligazionari fanno il pieno
Tutte le principali attività finanziarie hanno registrato flussi netti positivi, ma il reddito fisso ha fatto la parte del leone con 830 miliardi di nuovi capitali. Il dato può sorprendere in un contesto che rimane di tassi di interesse storicamente bassi, ma va letto in relazione alle dinamiche anagrafiche di progressivo invecchiamento della popolazione. Chi va in pensione, infatti, preferisce asset class meno rischiose e un flusso cedolare costante. E’ possibile, inoltre, che gli investitori vogliano mantenere una certa diversificazione di portafoglio di fronte al rally delle Borse che dura ormai da anni.
In luce gli azionari globali ed emergenti
Il favorevole andamento dei mercati azionari ha giovato ai fondi equity, che hanno registrato flussi netti per 582 miliardi nel 2017, in forte aumento rispetto ai 17 dell’anno precedente. A trainare sono stati soprattutto gli azionari globali large cap e mercati emergenti, il che non deve sorprendere dato che l’indice Msci World ha guadagnato il 24% (in dollari) e quello emerging market il 37,3%.
Fenomeno alternativi
In termini di crescita organica, gli alternativi dominano la classifica: il patrimonio a livello globale è arrivato a sfiorare i 900 miliardi, ponendoli come quinta asset class per dimensioni. Hanno mostrato interesse per questi prodotti soprattutto gli investitori europei e latino-americani, mentre negli Stati Uniti la popolarità è in calo.
Il rally perso
Storicamente, gli investitori non mostrano un grande market-timing. Nel 2007, i flussi verso i fondi erano ancora positivi, mentre nel 2008, quando i mercati sono crollati, ci sono stati riscatti diffusi. Successivamente, i protagonisti sono stati gli obbligazionari, mentre gli azionari hanno faticato a riconquistare la fiducia dei sottoscrittori, che, in questo modo, si sono persi gran parte del rally.