Il rapporto fra oro e petrolio (Gold/Oil ratio; di seguito: GOR) ha sperimentato negli ultimi due anni e mezzo tre distinte fasi. Una prima discesa rovinosa, è stata seguita da una prolungata fase di consolidamento, prima di un nuovo affondo. A febbraio 2016 occorrevano quasi 45 barili di petrolio per ottenere un’oncia d’oro. Adesso ne bastano non più di 17-18: molto meno della metà.
Questo massiccio ridimensionamento sta suscitando gola fra gli spread trader a caccia di opportunità di lungo periodo. È il momento di comprare oro, vendendo petrolio? Vediamo cosa suggerisce l’esame storico del GOR.
Non è una regola aurea, ma appare abbastanza evidente che il rapporto in questione oscilla attorno ad un baricentro di 14: la metà di 14 volte, 7, identifica i supporti; il doppio, 28 rappresenta la resistenza storica.
Rispetto a questi parametri (7, 14 e 28 volte) l’attuale multiplo colloca il GOR in posizione poco più che mediana. Un rapporto di 14 barili di petrolio per un’oncia d’oro apparirebbe più congruo, in prospettiva di lunghissimo periodo. Il rapporto non è a sconto in termini assoluti. Ciò non esclude che possa rovesciare la tendenza degli ultimi due anni e mezzo, ma per i bargain hunters bisognerà ricercare altrove.