Le quotazioni dei metalli industriali non ferrosi continuano a soffrire il botta e risposta tra Stati Uniti e Cina, con l’incremento dei dazi dal 10% al 25% promesso da Washington su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi, che ha determinato una risposta di Pechino per non soccombere alle angherie americane. Una situazione che torna a generare pessimismo sulle sorti della trattativa tra i due Paesi, che potrebbe tornare ad una situazione di stallo che potrebbe andare a danneggiare l’economia globale, con un effetto sulla domanda di commodities.
Primo a soffrire dei ribassi è il rame che torna al di sotto della soglia psicologica dei 6.100 dollari per tonnellata, nonostante si sia giunti in prossimità dello sciopero alla miniera di Escondida. Infatti il sindacato ha dato tempo fino alla serata di oggi 6 di agosto alla compagnia per adeguare l’offerta ai lavoratori rispettando le richieste, data oltre la quale verrà preparata la sospensione dei lavori di 30 giorni; si vedono pochi incen-tivi per la BHP Billiton a migliorare in maniera significativa la proposta di rinnovo contrattuale, con uno sciopero che porterebbe ad una salita dei prezzi consentendo di implementare posizioni di copertura sulle vendite future in condizioni migliorative, sopperendo alle perdite di produzione.
In netto ribasso anche le quotazioni del nickel che ad inizio settimana si erano portate in vista dei 14.000 dollari per tonnellata, salvo poi invertire la rotta per presentare nuovi ribassi verso il supporto psicologico dei 13.000 dollari.
In calo oggi anche le quotazioni del piombo che perdono un punto percentuale e mettono sotto pressione i minimi di periodo posti in zona 2.100 dollari, mentre lo zinco rimane nella zona mediana del consueto trading range 2.500/2.600, dopo aver fallito un nuovo tentativo di rialzo.
Debole anche l’alluminio che si riporta in direzione dei 2.020 dollari per tonnellata, avvicinando il livello di minimo di periodo, nonostante l’assenza di progressi sul fronte Rusal. Non ci sono infatti novità per quanto concerne il produttore di metallo leggero, che potrebbe presto tornare ad essere escluso dai mercati internazionali, in caso di mancato accordo con il Ministero del Tesoro USA, una eventualità che ha portato le azioni della compagnia a perdere terreno in Borsa.