Nel mese di agosto i mercati sono in genere caratterizzati da bassi volumi di scambi, prerogativa del periodo temporale, dove l’assenza di molti trader ed investitori limita la liquidità. Pertanto la speculazione prende rapidamente piede generando forte volatilità quando si verificano episodi che esulano dai dati macroeconomici. Ricordiamo le “estati calde” nei primi anni 90 quando l’Iraq invase il Kuwait od il tentato colpo di stato in Unione Sovietica; più recentemente le crisi in Grecia ed il referendum sulla Brexit.
Nell’ultimo mese la tensione sulle sanzioni ha prestato il fianco alla speculazione che ha cavalcato in particolare i mercati emergenti con molte divise che si sono indebolite, in particolare la lira turca, che già da inizio anno aveva perso terreno a causa dell’incertezza delle politiche del Paese e della troppa concentrazione di poteri del presidente.
La ripercussione sulle Borse è stata forte, infatti nel paese sono presenti molti investimenti importanti in tutti i settori da parte di aziende mondiali, che con la svalutazione della divisa hanno visto scendere i valori degli asset in portafoglio. Ripercussioni vi sono anche sui titoli obbligazionari e sui prodotti quali Etf e fondi emergenti, dove il peso della Turchia è rilevante.
Per il Ftse Mib il trend di debolezza che si era aperto dopo i massimi d’inizio maggio a quota 24544, nell’incertezza della formazione del governo, con una discesa al minimo del 29 maggio a 21122, aveva trovato poi una fase di recupero sopra i 22000 punti dove si era stabilizzato, con qualche oscillazione fino ad inizio agosto. Tra l’8 ed il 17 c’è stata una forte debolezza che ha portato l’indice al minimo relativo dell’anno a 20236, salvo poi recuperare in area 20700 circa.
In assenza delle aste governative che ripartiranno a fine mese, si è guardato al secondario, con lo spread tra Btp e Bund che è andato in parallelo con la negatività della borsa, sfiorando i 300 punti e ritornando poi in area 265. Il rendimento del Btp benchmark decennale che attualmente è il 1/2/2028 (IT0005323032) è risalito sopra il 3%, con una punta il 15 agosto a 3,15%.
Per la parte di primario obbligazionario corporate vi sono state poche emissioni, soprattutto in dollari, mentre non sono mancati dei deal in euro, con maggiore preponderanza per il settore finanziario. Tra questi l’At&t, con rating Baa2/BBB/A-, che ha fatto 2.25 miliardi con scadenza breve, 2020 e tasso variabile trimestrale +40. Il titolo è stato emesso a 100,20 con Isin XS1862437909 e taglio minimo da 100.000 con multipli di 1.000.
Altro deal importante per la size è stato quello di Volkswagen con un multitranche da 2.5 miliardi a tasso fisso, diviso in 1 miliardo sulla scadenza 2021 con cedola 0.25% (XS1865186594); 750 milioni con cedola 1% e scadenza 2023 (XS1865186321) ed infine altri 750 milioni all’1.625% con scadenza 2025 (XS1865186677). I titoli s’indirizzano tutti anche alla clientela retail, avendo il taglio minimo da 1k+1k, il rating della società è A3/BBB+. Sempre Volkswagen è uscita successivamente in sterline con 500 milioni all’1.875% (XS1853394598) con scadenza 2021, in questo caso il taglio minimo però è professionale da 100.000 euro con multipli di 100.000.
Nel settore finanziario la Commerzbank è uscita su due scadenze, la prima 2023 per 1.25 miliardi allo 0.5% (/DE000CZ40M21), la seconda all’1.5% con scadenza 2028 e 500 milioni di emissione (DE000CZ40M39). Il rating è A1/A-/A- ed il taglio minimo tiene in considerazione la fascia di clientela retail con taglio minimo di 1.000 euro e multipli di 1.000.
Banca Intesa è uscita con un nuovo deal a 5 anni per 1 miliardo, inizialmente previsto a ms+200 e collocato poi definitivamente a ms+188 per gli ordini che hanno superato 1.7 miliardi. Rating previsto a Baa1/BBB/BBB e taglio minimo da 100.000 euro e multipli di 1.000.
Deutsche Bank è ha collocato un miliardo a 5 anni con rendimento ms+90, con cedola finale dell’1.125%, rating A3/BBB+/A-, taglio minimo da 1.000 euro e multipli di 1.000, Isin DE000DL19UC0.
Tra i nuovi titoli con caratteristica di “senior non preferred”, che hanno una gerarchia intermedia tra i senior ed i subornati; è uscita Rabobank con un deal da 1 miliardo (XS1871439342) a scadenza 5 anni, cedola 0.75%, rating A3/A-/AA-, taglio minimo da 100.000 euro c multipli di 100.000.
Per la parte dollaro l’unica emissione di peso è da un corporate di categoria “hy”, la Bmc Software, con rating Caa2/CCC+ che ha emesso 1.475 miliardi di dollari al 9.75% con scadenza 2026, isin USU0663LAA62 e taglio minimo da 2.000 e multipli di 1.000. A fianco di questo titolo è stata fatta una provvista anche in euro per 301.5 milioni all’8.375% e stessa scadenza 2026 (XS1864418857). In questo caso però il taglio minimo è da 100.000 dollari e multipli di 1.000.
Con i primi giorni di settembre dovrebbe aumentare la liquidità sul primario e vi saranno nuove emissioni, soprattutto nel settore corporate.