Sono passati quasi due anni dall’introduzione dei Pir in Italia. I Piani individuali di risparmio a lungo termine sono frutto della legge di bilancio 2017 e prevedono agevolazioni fiscali se vengono rispettati determinati vincoli nella composizione del portafoglio e nella detenzione (minimo cinque anni). L’obiettivo del regolatore è quello di favorire i flussi di capitali verso l’economia reale, che in Italia è fatta soprattutto di piccole e medie imprese.
Quanti sono
Nella banca dati di Morningstar sono censiti una settantina di fondi e cinque Etf (Exchange traded fund) conformi alla normativa sui Pir. La maggior parte è classificata nella categoria Azionari Italia ed ha quindi una prevalente componente equity. Seguono i prodotti che rientrano nelle diverse tipologie bilanciate, soprattutto quelle con una quota predominante di obbligazioni (cosiddetti “prudenti”) e i moderati. I comparti tradizionali puramente obbligazionari sono solo due, uno diversificato e uno high yield (cui si aggiunge un Etf). Ci sono poi un paio di alternativi (Multistrategy e Long/short) e un Azionario Europa mid cap.
Nel 2017 c’è stato un boom di lanci tra i fondi, una cinquantina in tutto, mentre nei primi nove mesi di quest’anno i debutti si contano sulle dita di una mano. 13 erano prodotti già esistenti che sono diventati Pir-compliant.
La raccolta e le dimensioni
L’anno scorso, i flussi netti stimati da Morningstar nei fondi Pir sono stati di circa 8,4 miliardi di euro, mentre nei primi nove mesi del 2018 si sono fermati a 3,3 miliardi. A meno di una crescita di popolarità nell’ultimo trimestre, appare difficile allo stato attuale, che i livelli del 2017 possano essere eguagliati. Dalla loro introduzione a gennaio 2017, le case di gestione più attive in termini di raccolta sono state Mediolanum, Amundi ed Eurizon.
Secondo i dati Morningstar, i più grandi per masse gestite sono Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia (2,44 miliardi di euro al 16 ottobre 2018), Amundi Risparmio (1,49 miliardi al 28 settembre), Mediolanum Flessibile Futuro Italia (1,38 miliardi al 16 ottobre) ed Eurizon Progetto Italia (1,31 miliardi al 28 settembre). Gli altri sono sotto il miliardo di euro.
I replicanti
Tra gli Etf Pir, il più grande per masse gestite è Lyxor Ftse Italia mid cap Pir, che è anche stato il primo ad assumere questa forma e preesisteva alla nuova normativa. Il suo patrimonio è di 314 milioni. Nel 2017 era stato campione di raccolta con circa 542 milioni di flussi netti, mentre da inizio anno segna riscatti netti pari a circa 208 milioni. L’asset manager francese è stato il più attivo in questa tipologia di prodotti. Non solo ha lanciato un secondo Etf azionario di questo tipo, il Lyxor Italia Equity PIR, ma anche uno obbligazionario, unico nel suo genere, il Lyxor Italia Bond PIR. Il primo, che ha debuttato il 12 maggio 2017, ha masse gestite per 12,6 milioni; il secondo, più giovane (il lancio risale al 6 febbraio 2018), ha un patrimonio di poco più di 9,7 milioni di euro (tutti i dati sono al 17 ottobre 2018).