Nella storia del Btp Italia, iniziata nel marzo del 2012, con la prima offerta di titoli sottoscritti tra privati ed istituzionali per 7,2 miliardi con cedola fissa, allora al 2,45%, ed una parte variabile legata all’inflazione semestrale che portò la prima cedola semestrale al 5% circa su base annuale, più premio finale se si manteneva il titolo fino alla scadenza, c’è stata solo un’emissione che aveva deluso le aspettative del Tesoro sul quantitativo sottoscritto.
Nello specifico era stata la seconda emissione del giugno 2012, nel pieno dell’attacco all’euro sotto pressione per l’esplosione della crisi in Grecia che si pensava potesse portare alla fine della moneta unica. Il tutto poi si calmierò quando il governatore della Bce Draghi, nel luglio successivo, pronunciò le famose parole “what ever it takes” e che l’euro era un fattore irreversibile, stroncando la speculazione. In quella emissione il Tesoro fu costretto ad aumentare la parte fissa di oltre un punto rispetto al primo Btp Italia al 3,55% e nonostante ciò le sottoscrizioni complessive tra privati ed istituzionali furono di appena 1,7 miliardi. Dopo quel momento le successive emissioni furono un successo con punte di oltre 17 miliardi che obbligarono il Tesoro a porre dei paletti dividendo le giornate per il retail e lasciando l’ultima agli istituzionali con la facoltà di chiudere in anticipo od effettuare un riparto tra le richieste in modo da contenere la size mediamente intorno ai 7-8 miliardi. Le richieste dei retail in questo giro sono state di 864 milioni contro i 974 del 2012 e solo l’ultima giornata con le richieste istituzionali per 1,378 miliardi ha permesso di superare il minimo con una size finale di 2,24 miliardi.
Questo flop deve essere un monito ed un campanello per chi sta gestendo la nostra politica in questo momento, si tratta di un totale atto di sfiducia degli investitori retail domestici verso i nostri titoli di stato che hanno perso a livello di prezzo percentuali in doppia cifra da maggio ad oggi, col Btp decennale che era all’1,8% ed oggi è al 3,5% di rendimento e lo spread contro Bund da 190 punti al oltre 300. L’ultimo Btp Italia dello scorso 14 maggio con scadenza a otto anni, cedola minima 0,55% (Isin IT0005332835) aveva ricevuto adesioni per 7,7 miliardi.
Analizzando tecnicamente questa emissione, ci sono alcuni aspetti da valutare, infatti la cedola minima garantita dell’1.45% su scadenza a quattro anni è poco attraente visto che la parte variabile legata all’inflazione non sembra poter fare aumentare di molto il rendimento, infatti se guardiamo ai titoli in circolazione sul secondario il Btp a tre anni agosto 2021 (Isin IT0004009673) rende l’1,84% ed un Btp a cinque anni ottobre 2023 (IT0005344335) rende il 2,65%, quindi a meno di ritenere che l’inflazione decolli nei prossimi mesi non ci sta il rapporto di rendimento dei titoli.
Con la prossima settimana si tornerà al consueto giro di aste di fine mese partendo da martedi 27 novembre con i Ctz ed i Btpei. E’ stata comunque una settimana ricca di emissioni governative, con la Francia che ha offerto fino a 7,5 miliardi di Oat a medio-lungo termine, 2022, 2023 e 2024, mentre la Spagna è andata sul mercato offrendo fino a 3,5 miliardi di Bonos 2022, 2028 e 2033.
L’attività di primario seppur un po’ rallentata come consuetudine nella parte finale dell’anno, ha visto scendere in pista alcuni nomi importanti, tra questi Volkswagen che ha collocato nuovi bond senior a tasso fisso e variabile. Il collocamento è destinato ad investitori retail, le tre obbligazioni collocate hanno un taglio minimo di negoziazione di 1.000 euro. Il bond senior a tasso fisso (Isin XS1910948162) paga una cedola annuale del 2.625% per nove anni, con scadenza finale 16/11/2027, per un ammontare di 750 milioni di euro; il secondo (XS1910948329) paga una cedola annuale del 3.25% per 12 anni (18/11/2030) per un totale di un miliardo. Sulla scadenza più breve, 16/11/2024, il colosso automobilistico ha collocato 1.25 miliardi di bond a tasso variabile (XS1910947491) con cedola trimestrale indicizzata a 3 mesi euribor più 155 punti base. Rating dell’emittente BBB+.
La città di Hamburg ha riaperto per 250 milioni la sua vecchia emissione portando il circolante a 500 milioni di euro. Si tratta del titolo Hamburg 0.625% 23/11/2027, i tagli minimi sono da 1.000 euro, Isin DE000A1685W8. Rating del titolo AAA.
La banca olandese Ing Groep si è finanziata con 4.5 miliardi di euro in tre tranche, a breve, due variabili ed una fissa. Nello specifico la fissa per 1.5 miliardi con cedola 0.375% (XS1914937021), 2 miliardi a euribor Em+40 (XS1914936999) scadenza 2020 ed infine 1 miliardo al 2021 (XS1914936726) con euribor 3m+42. I tagli minimi sono da 100mial euro con multipli di 100mila e il rating è Aa3/A+/A+.
Tra le realtà del nostro Paese a livello internazionale spicca la Selle Royal, leader mondiale nella produzione di selle ed accessori per le biciclette, con sedi in Cina, Usa e Brasile. Il gruppo si è finanziato in anticipo qualche settimana fa in prospettiva della scadenza di un titolo nel giugno 2019, abbassando la cedola dal 5.75% al 4.95% con scadenza 2024 (IT0005342693). L’emissione da 10 milioni con taglio minimo di 100mila euro con multipli di mille euro è stata collocata da Mediobanca presso investitori professionali e potrà essere quotata sull’ExtraMot Pro.
Sulla strada della quotazione in Borsa, il Pastificio De Cecco vara un rafforzamento patrimoniale da complessivi 25 milioni attraverso l’emissione di due prestiti obbligazionari: il primo di importo di 21 milioni a tasso fisso 2018-2024, il secondo da quattro milioni sempre a tasso fisso 2018-2023. Le due obbligazioni, destinate a investitori qualificati, saranno emesse alla pari, il primo bond sarà di tipo amortising con preammortamento sino alla data di pagamento due anni dopo l’emissione e verrà rimborsato alla pari in otto rate semestrali; il secondo sarà anch’esso amortising con preammortamento sino alla data di pagamento due anni dopo l’emissione e verrà rimborsato alla pari in sei rate semestrali. Il prestito prevede un rimborso anticipato in caso di perdita di controllo da parte della famiglia De Cecco.
Bialetti emetterà bond convertibili per 27 milioni di euro nell’ambito del piano di ristrutturazione del debito.
Infine, la società Borealis AG sta organizzando una serie di meeting con investitori istituzionali con l’obiettivo di emettere un nuovo bond subordinato a 7 anni dell’ammontare di 300 milioni di euro. Rating BBB+.