Utility e non solo. Il comparto delle aziende che forniscono servizi di pubblica utilità presenta il maggior numero di società con una politica di dividendo disciplinata e yield più elevati, ma non è l’unico settore a premiare gli azionisti con un rendimento extra.
I titoli con la politica di dividendo più disciplinata
Prendendo in esame l’intero universo delle stock quotate sui listini milanesi abbiamo guardato, settore per settore, alle aziende che negli ultimi cinque anni hanno staccato la cedola in maniera continuativa, in modo da individuare quelle con una disciplinata politica di dividendo. Dalla nostra analisi si nota come nel comparto utility ben 12 aziende su 26 (46%) abbiano mantenuto gli impegni presi con i propri azionisti. Tuttavia ci sono anche altri settori a cui poter guardare se si vuole aggiungere una componente Italia alla propria strategia income.
Il settore beni di consumo difensivi, con il 37%, ha la seconda percentuale più alta di aziende che negli ultimi cinque anni hanno sempre distribuito dividendo. Tra queste, il 66% ha aumentato la cedola durante il periodo preso in considerazione e a volte, come nel caso di La Doria (da 0,12 euro a 0,23 euro) quasi raddoppiandola. Nonostante le grosse difficoltà degli ultimi anni, anche i finanziari hanno un’alta percentuale di aziende virtuose, ben il 30%. Di queste quasi il 90% è riuscita ad aumentare la cedola negli anni. Le più disciplinate sono state Banco Desio, che ha registrato una crescita del 360% (da 0,02 euro a 0,10 euro), Intesa Sanpaolo (+300%, da 0,05 euro a 0,20) e Mediobanca (+260%, da 0,15 euro a 0,47 euro). Attorno al 20% ci sono i tecnologici e gli industriali.
Tra i primi, nessuna società fra quelle che hanno sempre distribuito dividendo negli ultimi cinque anni hanno tagliato la cedola e aziende come SAES Getters e Datalogic l’hanno aumentata in maniera consistente (rispettivamente del 360% e del 200%). Fra i manifatturieri, invece, il quadro è più variegato: circa il 40% ha continuato a staccare cedola, ma tagliando l’importo a volte anche in maniera decisa, come nel caso di Salini Impregilo (-80%) e Sabaf (-60%), mentre il 60% ha aumentato l’importo del dividendo. Le più generose, tra queste ultime, sono state Toscana Aeroporti (+490%) e Autostrade Meridionali (+400%).
Dove sono gli yield più elevati?
Le utility primeggiano anche in termini di dividend yield, ma anche qui non mancano le sorprese. Se guardiamo infatti al rendimento medio dalla cedola negli ultimi cinque anni (calcolato come media ponderata per la capitalizzazione di mercato dei titoli), e non più alla disciplina nella redistribuzione degli utili, sono ancora i titoli delle aziende di pubblica utilità a primeggiare con uno yield del 3,7% (grazie ai rendimenti di Snam, Terna ed Enel, rispettivamente pari al 5,3%, 4,8% e 3,8%), ma subito dietro c’è il comparto real estate con il 3,4%. Il settore immobiliare, in Italia, è avaro di aziende con una disciplinata politica di dividendo, ma quelle poche che sono virtuose in questo senso sono anche molto generose con gli azionisti. Questo è il caso di Beni Stabili e Igd SIIQ che negli ultimi cinque anni sono riuscite a mantenere uno yield rispettivamente del 4% e del 5,6%. Più staccati dai primi due troviamo i settori finanza e beni di consumo ciclici, con uno yield medio attorno al 2%. Guardando la Figura 1, che prende in considerazione le aziende che hanno aumentato nel corso degli ultimi 5 anni il dividendo, si nota come le stock più redditizie di Piazza Affari siano Ascopiave, Igd SIIQ e Snam e come, oltre al settore utility, finanza e tecnologia siano i comparti più rappresentati.
Finanziari al top nella classifica del total return
Gli ultimi risultati dell’analisi si ottengono mettendo insieme lo yield corrente e le attuali valutazioni di mercato. La combinazione dei due parametri ci mostra come i titoli finanziari siano quelli maggiormente in grado di mettere d’accordo rendimento da dividendo e apprezzamento del capitale. Intesa Sanpaolo primeggia mettendo insieme uno yield del 10,8% ed essendo scontata del 30% rispetto al fair value di 2,60 euro (report aggiornato al 7 novembre 2018), Mediobanca offre il 6,5% e il suo rapporto Prezzo/Fair value è di 0,72, mentre il titolo Assicurazioni Generali, scontato del 20% rispetto al fair value di 17,30 euro (report aggiornato all’8 novembre) garantisce un rendimento del 6%.
Figura 1: I titoli con yield medio a 5 anni più alto