Nel meraviglioso libro di Walter Isaacson intitolato “Steve Jobs”, l’autore ripercorre la vita del fondatore di Apple ed inevitabilmente racconta tutte le tappe dell’industria informatica dagli albori fino ad oggi. Nel racconto emerge fin da subito la contrapposizione tra l’approccio di Jobs e quello di Bill Gates. Il primo sosteneva che la qualità dell’esperienza dell’utente può essere garantita solo attraverso un completo controllo del processo e la chiusura rispetto a qualsiasi interferenza esterna, mentre il secondo mirava alla diffusione più ampia possibile delle proprie creazioni su supporti hardware più disparati.
Dopo oltre 40 anni (Microsoft venne fondata nel 1975 e Apple nel ’76) si può dire che nessuno dei due approcci abbia prevaricato l’altro ma che entrambe abbiano avuto, con tempistiche e motivazioni differenti, un enorme successo generando due delle società più grandi al mondo.
Molte altre realtà informatiche partite in un garage o in una stanza del college hanno conosciuto un’esplosione simile acquisendo sempre più importanza per l’economia mondiale.
Apple, Microsoft, Amazon, Google (Alphabet) e Facebook sono le aziende con il valore più elevato all’interno del Nasdaq 100 (non sono le stesse ricomprese nell’acronimo FAANG – Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google – perché in questo caso si fa riferimento a quelle realtà che hanno avuto una variazione di prezzo maggiore negli ultimi anni). Al 30 novembre la capitalizzazione complessiva di questi 5 titoli era di 3.702 miliardi di dollari, mentre quella dell’intero indice era di 8.000 miliardi. Questo significa che le aziende in questione rappresentano oltre il 45% del Nasdaq 100.
Anche il loro impatto sugli indici mondiali è significativo. All’interno dell’indice MSCI ACWI che include sia i mercati sviluppati che quelli emergenti ovvero 2.787 società, questi 5 nomi hanno un peso dell’8.2% (dati al 31 ottobre).
Apple, forte di ricavi e utili superiori alle altre, è cresciuta fino a superare i 1.000 miliardi di capitalizzazione. Le aspettative del mercato però si sono ridimensionate negli ultimi mesi ed è stata fortemente penalizzata nella recente fase di panic selling.
Fonte: Bloomberg
Il titolo Microsoft invece, l’unico oltre ad Apple tra i 5 elencati a distribuire con regolarità dividendi ai suoi azionisti, si è dimostrato molto più stabile reggendo in modo efficace l’urto delle vendite. Si tratta di una società molto meno chiacchierata sui media, forse per la percezione di un inferiore contenuto di innovazione, ma la solidità del suo business si sta rivelando estremamente utile in questa fase.
La capitalizzazione di Apple e di Microsoft negli ultimi giorni di novembre si sono così avvicinate molto fino ad arrivare al sorpasso dell’azienda di Seattle su quella di Cupertino
Microsoft ha avuto un percorso di crescita meno esplosivo ma decisamente più stabile e meno soggetto alle turbolenze di mercato. Il suo trend di lungo periodo è inserito all’interno di un canale rialzista molto ben definito e che non lascia intravedere al momento alcun segno di inversione o di indebolimento.
L’epica battaglia tra i due titani dell’informatica è destinata a non concludersi mai.