La maggior parte dei risparmiatori italiani valuta importanti i temi ambientali, sociali e di governance (ESG) nel mondo della finanza, ammette di aver sentito parlare di investimenti sostenibili, ma non sa esattamente di cosa si tratti e lamenta che la propria banca o consulente non glieli abbia mai proposti. E’ quanto emerge da uno studio di Doxa e del Forum per la Finanza sostenibile, realizzato su un campione di mille italiani tra il 25 e i 64 anni, che hanno investito nell’ultimo anno risparmi per almeno mille euro.
Nel dettaglio, il 73% degli intervistati riconosce la rilevanza di tali temi nella finanza; il 47% ha sentito parlare di prodotti socialmente responsabili, ma non è in grado di spiegare cosa siano, e il 50% sarebbe stato interessato ad avere una proposta di questo tipo dalla banca. La percentuale di coloro che hanno investito in strumenti sostenibili è inferiore al 30%, ma chi lo ha fatto vi ha destinato, nella maggior parte dei casi tra il 10 e il 30% del totale. Chi non lo ha mai fatto considera la mancanza di proposte e di informazioni come i motivi principali.
Le donne sono più “sostenibili”
L’indagine offre diversi spunti di riflessione. Il primo emerge se spacchettiamo il dato generale. Le donne, più degli uomini, danno rilevanza a questi temi (77 contro 69%), sono più propense a cercare investimenti in linea con i loro valori e a cambiare istituto finanziario se le fossero proposti prodotti sostenibili. I dati confermano quelli di altri studi internazionali sulla maggiore attenzione alle tematiche ESG da parte del gentil sesso e vanno tenuti in debita considerazione dato il ruolo crescente di queste ultime nelle decisioni finanziarie per la famiglia (nell’indagine Doxa, quasi una donna su due dichiara di assumerle autonomamente).
Il ruolo dei consulenti nell’informazione
Il secondo spunto di riflessione riguarda l’informazione. La maggior parte degli intervistati dichiara di essere poco o per nulla aggiornato sugli investimenti sostenibili, un risultato che è in linea con quello più generale, emerso anche in altri studi, sulla scarsa conoscenza degli strumenti finanziari in portafoglio da parte dei risparmiatori. E’ significativo che questi ultimi si aspettino un flusso di comunicazione su queste tematiche soprattutto dalle banche e dai consulenti finanziari che li seguono. D’altro canto, si lamentano carenze su queste tematiche anche da parte dei media, pur riconoscendo un aumento dell’attenzione negli ultimi anni.
Trasparenza
Un terzo spunto di riflessione riguarda la richiesta di trasparenza e chiarezza, che soprattutto le donne considerano un fattore fondamentale per la diffusione dei prodotti socialmente responsabili (Sri). Il tema della disclosure, tra l’altro, è tra i punti-chiave del Piano di azione della Commissione europea sulla finanza sostenibile. In passato, gli strumenti a disposizione dei piccoli investitori erano davvero pochi. Proprio per questo motivo, Morningstar ha introdotto nel 2016 il Sustainability rating (espresso in globi), che permette di valutare il comportamento di un fondo secondo i criteri ESG, sulla base dell’analisi del portafoglio e non semplicemente su quanto dichiarato nel Prospetto informativo. Più recentemente, ha lanciato i Carbon metrics, indicatori dell’esposizione alle fonti fossili e dei rischi derivanti dalla “non gestione” della transizione verso un’economia low carbon. Queste valutazioni sono disponibili sul sito Morningstar.it, all’interno della scheda-fondo.
Mercato vivace, ma con poca offerta
Un ultimo spunto di riflessione è relativo al mercato degli investimenti Sri italiano. Secondo l’ultimo rapporto Eurisif, (European Sri Study 2018), presentato a Bruxelles lo scorso 26 novembre, c’è una crescente propensione dei risparmiatori all’acquisto di prodotti ESG, che si riflette in un aumento dell’offerta. Tuttavia, il settore continua ad essere guidato dagli investitori istituzionali, in particolare i fondi pensione e le compagnie assicurative. Secondo i dati Morningstar, sono disponibili in Italia al retail circa 400 fondi ed Etf (Exchange traded fund) con esplicito mandato socialmente responsabile, di cui 114 lanciati negli ultimi tre anni (sono escluse le classi istituzionali o con investimento minimo iniziale superiore a 50 mila euro). Rispetto al totale dei prodotti per i risparmiatori, rimangono comunque una piccola percentuale, meno del 6%. Come ha rilevato Pietro Negri, presidente del Forum per la Finanza sostenibile durante la Settimana SRI, “La crescente domanda di prodotti e strumenti di questo tipo richiede un cambio di marcia da parte dell’industria finanziaria: il quadro normativo italiano si presenta come il più avanzato e potrebbe diventare punto di riferimento per altri paesi dell’Unione europea”.