Nella concreta difficoltà di pervenire alla definizione di un “tasso di interesse globale” – ci sarebbe il JPM Gov’t Bond Yield Index, ma soprassediamo – possiamo per semplicità pervenire ad una misura univoca: rappresentata dalla semisomma dei rendimenti decennali di Stati Uniti e Germania. Ci potremmo aggiungere una economia a elevato costo del debito, come l’Italia, e una dai rendimenti ormai storicamente infimi, come il Giappone; ma il risultato non cambierebbe molto.
Se definiamo questo dato come G2 rate, il secondo passo consisterebbe nel calcolare la derivata di questo dato, per scorgere la dinamica dei tassi di interesse mondiali. Il G2 rates Impulse (G2RI) è costituito dalla variazione, in punti base, rispetto a sei mesi fa. Il G2RI, a fine gennaio, era pari a -31 punti base. Nella figura qui in basso è raffigurato dalla linea azzurra, scala di sinistra.
Questo dato è associato ad un’altra variabile: il PMI globale calcolato da JP Morgan (linea nera, scala di destra). Le due misure tendono a coincidere: sussiste una evidente correlazione.
Salvo in alcuni casi: tipicamente, sugli estremi della congiuntura economica. Nel 2011 il G2RI e il PMI raggiungevano simultaneamente nuovi minimi. Si registrava una ripresa, effimera, prima di un nuovo affondo della congiuntura economica mondiale, che però vedeva l’impulso dei tassi collocarsi su livelli superiori rispetto al picco precedente: una sorta di divergenza, che avrebbe anticipato la ripresa del ciclo economico.
Se ci spostassimo agli anni più recenti, osserveremmo come il fenomeno sia di nuovo all’opera, soltanto ribaltato: il picco del PMI manifatturiero globale di un anno fa, non è stato imitato da analogo picco del G2RI, collocatosi su livelli inferiori rispetto al massimo di inizio 2017. Una divergenza, questa volta negativa, che ha anticipato correttamente la decelerazione mondiale tuttora in atto.
Il messaggio qual è: è che, evidentemente, i nuovi minimi simultaneamente raggiunti dal G2RI e dal Global PMI, non fanno presagire l’imminente conclusione di questo rallentamento. Ad un certo punto i primi stimoli posti in essere da governi e/o autorità monetarie in preda al panico, genereranno nelle economie un rimbalzo congiunturale; ma senza una divergenza del tipo sperimentato ad inizio decennio, una ripartenza effettiva e definitiva delle economie sarà alla lunga insostenibile.