L’attenzione degli operatori era in questa settimana concentrata sulle due più importanti banche centrali, la Fed e la Bce. Particolare importanza è stata data alla lettura dei commenti, per individuare le prossime linee guida, che nel primo trimestre del 2019 si sono già modificate rispetto alle previsioni di fine 2018, in particolare riguardo ai tassi d’interesse, la cui salita si è subito fermata di fronte ai primi segni di rallentamento dell’economia globale.
Per i mercati sono state positive le parole del governatore Draghi, che ha confermato che i tassi di interesse di riferimento si dovrebbero mantenere su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.
Dalla Fed sono arrivate le minute dell’ultimo incontro dove si evince che il governatore Powell non esclude altri rialzi entro la fine del 2019, anche se i mercati hanno interpretato le ultime mosse come un freno a queste aspettative, con i Treasury che hanno recuperato terreno con un calo del rendimento sul decennale dal 2.75% di fine 2018 al 2.45% circa delle ultime sedute.
Il punto sui bond governativi…
In questo contesto c’è stato ancora un recupero dei nostri titoli di Stato con lo spread sulla curva decennale che è sceso anche sotto quota 240 con rendimento del Btp benchmark al 2.37%.
Sono iniziate le aste di metà mese con tassi in lieve rialzo nell’asta BOT a 12 mesi, collocati 6 miliardi di euro con un rendimento dello 0.07%, un basis in più rispetto all’asta precedente. Sulla parte più lunga sono stati collocati 7,75 miliardi di Btp al massimo della forchetta che era prevista nel range tra 6,25 e 7,75 miliardi; nello specifico sono stati collocati 2,5 miliardi del luglio 2022 1% (IT0005366007) a rendimento dell’1.08% in rialzo di 0.01% dalla precedente, sul luglio 2026 2.1% sono stati collocati 3.75 miliardi a rendimento 2.05% in linea con la precedente, mentre sul titolo lungo il Btp 3.35% marzo 2035 (codice Isin IT0005358806) sono stati collocati 1.5 miliardi a rendimento 3%.
… e quello sui bond corporate
Continua il feeling del mercato con le nuove emissioni, vale come esempio ciò che è successo con la nuova Telecom. Infatti il declassamento di Fitch (da BBB- a BB+) arrivato nella tarda serata di venerdì scorso non ha frenato TIM che ha collocato un prestito obbligazionario a 6 anni da 1 miliardo di euro. Le prime indicazioni di prezzo erano per un rendimento in area 3.375%, poi ridotte a 2.875%. Gli ordini hanno raggiunto 3.7 miliardi di euro da circa 290 investitori. Il titolo (codice Isin XS1983819994) ha scadenza 15 aprile 2025, cedola annua fissa del 2.75%, rating Ba1/BB+ con outlook stabile e taglio minimo di negoziazione di 100mila euro con multipli di mille.
Si tratta della seconda operazione effettuata dalla società sul mercato obbligazionario dopo il bond da 1.25 miliardi emesso a gennaio 2019.
Nuova emissione obbligazionaria per KFW, la banca pubblica tedesca con rating AAA, che ha collocato 1 miliardo di euro con un’obbligazione senior (Isin DE000A2TSTR0) a 20 anni. Il titolo paga una cedola annua fissa dll’0.875%, verrà rimborsato alla pari il 4 luglio 2039 ed è negoziabile per importi minimi di 1.000 euro. Il bond è stato prezzato a 99.21 per un rendimento dello 0.918%.
CPI Property Group, importante società immobiliare della Repubblica Ceca, ha collocato un’obbligazione subordinata perpetual NC6.5 per un totale di 550 milioni di euro. Le prime indicazioni iniziali di prezzo erano in area 5.50% di rendimento, ma le richieste per oltre 1.1 miliardi di euro hanno fatto abbassare il rendimento a 5.125%. Il titolo (Isin XS1982704824) paga una cedola fissa pari a 4.875% ed è stato collocato al prezzo di 98.676, il taglio minimo di negoziazione è di 100mila euro con multipli di mille e il rating Ba1/BB+. Per sfortuna degli investitori, poco dopo il collocamento è arrivata la notizia di un’indagine sul principale azionista della società, per una presunta frode da un miliardo di dollari. Il titolo che andrà a valuta e sul secondario dal 16 aprile è così sceso sul grey market fino a 94,50 circa con un rendimento quindi che sfiora il 6%.
Dopo il road show è terminata l’attesa per il deal della compagnia petrolifera dell’Arabia Saudita, l’Aramco, che ha emesso in dollari su varie scadenze un totale di 12 miliardi, aumentato dai 10 iniziali previsti. L’appeal sul nome era molto forte così che il numero di ordini arrivato all’iperbolica cifra di 100 miliardi, ha permesso all’emittente di prezzare il titoli ad un tasso d’interesse relativamente basso rispetto alle linea guida iniziali, anche perché fino ad oggi nessun titolo cosiddetto emergente, aveva mai riscosso un tale successo. Nello specifico la prima scadenza è al 16 aprile 2022 (Isin XS1982118264) con una cedola del 2.75% ed un ammontare di 1 miliardo; si passa ai 2 miliardi sulla scadenza 2024 (XS1982112812) con cedola del 2.875% per un ammontare da 2 miliardi; per la scadenza 2029 la cedola sale al 3.5% e l’ammontare a 3 miliardi (XS1982113208); cedola del 4.25% con 3 miliardi d’emissione per la scadenza 2039 (XS1982113463) e infine 4.375% per la scadenza 2049 con 3 miliardi (XS1982116136). Costante per tutte le scadenze il taglio minimo a 200 mila +1k con rating assegnato all’emissione nel complesso A+ su tutte le scadenze.
Eni ha approvato un programma di emissioni in dollari fino a due miliardi.
Bank of China ha collocato 500 milioni di euro a tasso fisso con scadenza a 3 anni. Il bond (Isin XS1979297238) paga una cedola annua fissa dello 0.25% fino alla scaenza fissata il 17 aprile 2022, è stato collocato al prezzo di 99.803 per un rendimento dello 0.316%. Taglio minimo di negoziazione 100k+1k ed ha rating A1/A/A. Lo stesso emittente è uscito in dollari con tre titoli, il primo a tasso variabile 2022 con cedola US Libor +72 per 500 milioni (XS1978205869); sul 2024 per 550 milioni con cedola del 3.125% (XS1979516306) ed infine 300 milioni al 2029 con cedola del 3.625% (XS1979516488). Per tutte le tranche in dollari la size minima è di 200mila euro con multipli di mille.
Mitsubishi Estate emetterà un bond con durata di 50 anni, il più longevo mai lanciato in Giappone, dove al momento l’obbligazione con scadenza più lunga è di 40 anni. L’emissione ammonterà a 10 miliardi di yen, pari a circa 80 milioni di euro, mentre il rendimento si aggirerà sopra l’1%, in Giappone il titolo di stato decennale rende -0.04% ed il titolo a 40 anni poco più di mezzo punto percentuale. Mitsubishi Estate fa parte del gruppo Mitsubishi ed è attivo nel settore immobiliare. Rating assegnato A/A2/AA+.
Per ottimizzare la struttura del capitale, Banco BPM sta collocando un’emissione ibrida Additional Tier1 Perpetual NC5 denominata in euro. L’emissione potrebbe collocarsi attorno a 400 milioni di euro, la price guidance inziale è in area 8.875% di rendimento. Taglio minimo di emissione 200mila euro con multipli di mille e rating atteso Caa1/B.
Il gigante tecnologico cinese Tencent ha annunciato che emetterà obbligazioni in dollari per un controvalore di 6 miliardi di dollari; si tratta del collocamento più imponente in Asia quest’anno. Tencent torna a finanziarsi sui mercati dopo 15 mesi, l’ultima emissione risale al gennaio 2018. Solido il rating del gruppo cinese, A1/A+, con outlook stabile.