Obbligazioni, quali occasioni nel 2018

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Il 2018 non sarà solo l’anno dell’introduzione della Mifid 2. Tante sono le incognite sui mercati finanziari che un investitore deve considerare, come la politica monetaria delle varie banche centrali. Per esempio, con la Bce che intende ridurre il livello dei suoi acquisti mensili di obbligazioni (da 60 a 30 miliardi di euro a partire dal gennaio 2018) cosa dovrebbero aspettarsi gli investitori per il prossimo anno dai mercati obbligazionari europei? “L’annuncio stesso del tapering era ampiamente atteso e l'impegno del Presidente Mario Draghi di prolungare o aumentare il programma di acquisti in caso di deterioramento delle condizioni economiche”, spiega Wolfgang Bauer, gestore dell'M&G Absolute Return Bond Fund, “ha contribuito a scatenare un rally nei rendimenti sul debito europeo e i Bund. Mentre le valutazioni in alcune parti del mercato possono ora apparire piuttosto tirate, continuiamo a rintracciare nicchie di valore interessanti. Attualmente vediamo alcune buone opportunità tra i bond subordinati finanziari e nell'area delle obbligazioni societarie ibride. Scegliendo i giusti emittenti, crediamo che questi asset possano fornire un'interessante occasione di rendimento a fronte di un modesto aumento del rischio di credito”.

E per il 2018? "Riteniamo che vi siano validi motivi per rimanere ottimisti. È probabile che la Bce continui a procedere con molta cautela nel tentativo di normalizzare la politica monetaria. Un contesto caratterizzato da un'accelerazione dell'attività economica e da una modesta inflazione dovrebbe continuare a fornire un solido sostegno alle obbligazioni societarie europee. Guardando ad altre regioni, negli Stati Uniti Jerome Powell diventerà il nuovo Presidente della Fed. In generale, il mercato si aspetta un approccio piuttosto dovish in materia di politica monetaria, vale a dire un graduale aumento dei tassi d'interesse con due o tre rialzi l'anno. Tuttavia, c'è il rischio che la Fed rimanga significativamente indietro rispetto alla curva, il che potrebbe costringerla ad un rialzo più aggressivo di quanto idealmente vorrebbe; di conseguenza, il mercato sta ora anticipando questo rischio. Nel 2018 sarà fondamentale prestare particolare attenzione ai dati relativi all'inflazione negli Stati Uniti”.

n"Nel Regno Unito, Brexit rende la vita più difficile alla Bank of England. La volatilità del tasso di cambio della sterlina e l'incertezza sulle prospettive economiche del Regno Unito rendono le decisioni di politica monetaria estremamente complesse. La buona notizia è che questo aumento del tasso unico di 25 punti base avrà un effetto limitato sull'economia reale. La politica monetaria rimane molto accomodante, i tassi di interesse reali sono negativi e il bilancio della Banca è ancora consistente”, conclude l’esperto.

nQuindi dove guardare? Per quanto concerne le obbligazioni governative core, le valutazioni restano ancora molto care. In generale la posizione, sia nei prodotti multiasset che in quelli dedicati, continua ad essere corta di duration. “L’esposizione alle obbligazioni periferiche resta positiva, soprattutto, sulla parte medio lunga della curva italiana”, commenta il team investimenti di UBI Pramerica SGR. “I rischi politici vengono percepiti sempre meno, mentre la possibilità di carry e roll down sulla parte medio lunga della curva è un aspetto che favorisce il posizionamento degli investitori. Relativamente al comparto corporate, si è assistito ad una fase di presa di profitto, ma molto probabilmente nel corso del 2018 rimarrà forte l’attrattiva di questa asset class per la ricerca di rendimento da parte degli investitori. I fattori di supporto sono rappresentati dal miglioramento della qualità del credito e dalla facilità di finanziamento da parte delle aziende. La preferenza va ancora alla parte high yield rispetto a quella investment grade, soprattutto, perché lo spread della prima continua a garantire un cuscinetto di assorbimento di un eventuale rialzo dei tassi”.

nSecondo Christel Rendu de Lint, head of Global & Absolute Return Fixed Income di Union Bancaire Privée (UBP), “i rendimenti obbligazionari dovrebbero rimanere relativamente bassi. Tuttavia, la valutazione rimane una questione cruciale dopo il rally dei mercati obbligazionari e azionari negli ultimi anni. I credit spread sono ancora interessanti”. Sul mercato obbligazionario, UBP punta sugli investment-grade statunitensi e le obbligazioni ad alto rendimento globale tramite indici CDS. A tale elenco si aggiungono anche i bond AT1 – emessi da banche europee di rilevanza sistemica – i cui rendimenti continuano a migliorare con il calo delle spese non ricorrenti. “Questi diversi segmenti hanno garantito buoni rendimenti per diversi trimestri”, evidenzia Rendu de Lint, “e continuano ad offrire un utile atteso interessante, visto il cambiamento minimo o nullo nei loro profili da un punto di vista di carry e roll-down. In effetti, le valutazioni delle obbligazioni investment-grade statunitensi e dei CDS high yield rimangono oggi nella loro media quinquennale, rispettivamente con rendimenti in dollari vicini al 3% (+ 1% di roll-down) e al 6,5%.

Ibrahima Kobar, vice amministratore delegato e co-chief investment officer di Natixis Asset Management, ritiene che i fondi obbligazionari offriranno interessanti opportunità nel 2018. “Stiamo iniziando un periodo positivo per le obbligazioni, con un circolo potenzialmente "virtuoso" in quanto le politiche monetarie sono ben definite e l'andamento dei tassi d' interesse è chiaro". Ibrahima Kobar punta sul debito sovrano dei mercati periferici in Europa, ma soprattutto sui paesi emergenti, che, essendo riusciti a contrastare l'inflazione e a rimettersi nel sentiero di crescita, dovrebbero offrire opportunità interessanti, a meno che non ci sia uno shock sui tassi USA e sul dollaro. Anche gli High Yield possono fornire rendimenti nonostante gli spread si siano ristretti, ma richiedono un approccio altamente selettivo. Le obbligazioni convertibili consentiranno inoltre agli investitori di bloccare i rendimenti in un contesto positivo sui mercati azionari. "Infine, sarà fondamentale gestire abilmente la duration, l'aspetto storico della performance, attraverso prodotti che combinino titoli a breve e lungo termine per adattarsi a tutte le circostanze”, conclude Ibrahima Kobar.

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