Il 2017 sarà ricordato come l’anno dei fondi obbligazionari. Nonostante manchino ancora i dati di dicembre, la tendenza nell’industria europea dei fondi appare chiara. Secondo le stime Morningstar, in undici mesi, i comparti specializzati nel reddito fisso hanno raccolto poco meno di 270 miliardi di euro, battendo nettamente il 2016, quando erano comunque stati l’asset class più popolare (+81 miliardi).
Gli azionari tornano in nero
Rispetto all’anno precedente, si sono comportati bene gli azionari. Da gennaio a novembre 2017, i flussi netti sono stati di circa 98 miliardi, il miglior risultato dal 2013. Hanno largamente superato i livelli del 2016 anche i bilanciati (+120 miliardi) e sono sulla buona strada per farlo gli alternativi, anche se rimangono lontani dal record del 2015.
Un buon anno
el complesso, l’industria europea dei fondi si è mostrata in ottima salute nel 2017, con una raccolta netta pari a 644 miliardi nei primi undici mesi, di cui 546 nei comparti a lungo termine (azionari, obbligazionari, bilanciati e alternativi principalmente).
Novembre è stato in linea con il resto dell’anno. I flussi netti totali hanno superato i 40 miliardi, grazie soprattutto al reddito fisso e ai bilanciati. I monetari, invece, hanno subito deflussi netti per la prima volta dal luglio scorso.
Rischio e protezione
A livello di categorie, gli obbligazionari globali flessibili hanno ancora una volta battuto tutti, grazie principalmente ai flussi verso Pimco Gis Income. Gli investitori si sono diretti anche sui titoli ad alto rendimento raggruppati nella categoria “Obbligazionari-altro” (esclusi gli high yield tradizionali), quelli a brevissimo termine e i più rischiosi mercati emergenti, mostrando una certa propensione al pericolo accanto a un desiderio di protezione.
I deflussi da alcuni comparti di Nordea, distribuiti nei paesi nordici, hanno penalizzato la categoria dei fondi azionari globali large cap, che hanno chiuso il peggior mese da giugno 2014. Segno meno anche per gli azionari Usa, in linea con l’andamento dei trimestri precedenti.
Chi avrà il primato?
Tra le società di gestione, Pimco ha registrato i maggiori flussi a novembre, di cui l’80% derivanti dal Gis Income, e si candida ad essere la casa di investimento con la più alta raccolta nell’intero anno (i dati sono riferiti solo all’Europa). A contendere il primato, c’è BlackRock che è in leggero vantaggio: 60 miliardi in undici mesi contro i 50,8 di Pimco. Fra le sgr con più flussi nel 2017, c’è anche Amundi, che a novembre ha segnato +3,2 miliardi e sembra stia iniziando a capitalizzare l’integrazione con Pioneer Investments.
Sul fronte opposto, Nordea è la società che ha subito i più alti deflussi a novembre (-3,5 miliardi). Segno meno anche per Carmignac (-1,1 miliardi), a causa soprattutto delle fuoriuscite da Carmignac Patrimoine.
Tra le italiane, in luce Eurizon
Se restringiamo lo sguardo alle case di gestione italiane, Eurizon è prima per raccolta netta a novembre (+2,1 miliardi), grazie soprattutto ai comparti a scadenza, seguita con distacco da Generali e Mediolanum. Il Pir (Piano individuale di risparmio a lungo termine) che ha ricevuto più flussi netti è Pioneer Sviluppo Italia (+234 milioni), che nel mese considerato ha superato Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia (+133 milioni), fino ad ottobre protagonista in questo segmento.
Morningstar calcola i flussi netti stimati (Estimated net flow) come differenza tra patrimonio finale ed iniziale nel periodo considerato, dedotta la componente di mercato. L’universo comprende i fondi aperti, esclusi i fondi di fondi, i monetari, gli Etf e i feeder.
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