Sostenibilità, idrogeno e biotecnologie, ormai da tempo, si posizionano a parimerito sul podio degli investimenti in megatrend più interessanti nel panorama azionario a livello globale. E in una fase, come quella attuale, in cui per le principali economie mondiali si intravede in modo chiaro la ripresa dopo l’uscita dalla crisi pandemica puntare su queste tre tematiche può fare davvero la differenza nei portafogli in ottica di medio-lungo termine. Le ragioni sono presto dette, anche se forse ancora in molti tendono a sottostimarne gli effetti.
Sostenibilità
Partiamo dalla sostenibilità, rispetto alla quale nessuna azienda quotata può più fare a meno. Pena l’esclusione dai portafogli di molti investitori istituzionali (e ormai anche retail più attenti) che vantano una visione proiettata verso un futuro in cui si è ben compreso come vadano premiate, ovvero finanziate, solo le società meritevoli in tal senso e orientate alla trasformazione di un pianeta più vivibile e responsabile per tutti creando così un circolo virtuoso tra finanza, Borsa, industria e persone.
Per sfruttare la potenzialità di questo megatrend, polivalente a livello settoriale, UniCredit ha di recente quotato sul mercato SeDeX di Borsa Italiana un certificato benchmark di tipo Open End, ovvero privo di scadenza, strutturato sull’indice STOXX® Europe Sustanaibility Select 30 (codice Isin DE000HV8BNW3). Con lo slogan pubblicitario “Credo nella sostenibilità. Percorro nuove strade” si tratta, nel dettaglio, di uno strumento che consente di seguire la performance delle aziende componenti l’indice sottostante caratterizzato da bassa volatilità ed alti dividendi. La selezione, più nel dettaglio, esclude tutte le azioni con la volatilità storica più elevata negli ultimi tre e dodici mesi e tra le rimanenti, fanno parte dell’indice quelle con i dividendi più elevati negli ultimi dodici mesi. Questo certificate quindi permette di prendere posizione sulle società europee più sostenibili a livello aziendale e settoriale secondo i criteri definiti nel regolamento dell’indice, attribuendo un peso maggiore a quelle meno volatili.
Idrogeno
Ormai basta solo la parola per attirare l’attenzione dell’industria e delle istituzioni governative che mirano ad evolversi verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e in grado al contempo di generare utili significativi nel tempo. E in scia a questo scenario anche gli investitori, sia istituzionali sia retail, prestano massima attenzione a questo vero e proprio mega trend dell’idrogeno.
Per l’aviazione, la navigazione, i veicoli commerciali, la produzione di acciaio o di fertilizzanti, l’idrogeno rappresenta attualmente una delle soluzioni più praticabili per attuare i processi di decarbonizzazione. Infatti, può essere bruciato in un motore a combustione o in una caldaia per il trasporto e il riscaldamento, usato per alimentare una cella a combustibile per il trasporto o il riscaldamento o ancora usato come agente di riduzione del ferro per produrre l’acciaio.
L’idrogeno può essere prodotto senza anidride carbonica attraverso l’elettrolisi dell’acqua. E, se per produrre l’elettricità viene usata dell’energia rinnovabile, l’idrogeno diventa “verde”. Attualmente l’idrogeno verde rappresenta solo circa l’1% del suo mercato globale. Il potenziale è quindi enorme considerando il fatto che, probabilmente, si ridurranno anche i costi delle energie rinnovabili per produrlo.
Molte quindi le opportunità per le aziende energetiche e le società di ingegneria industriale per costruire e gestire tutti i nuovi impianti di idrogeno verde. E saranno necessarie centinaia di gigawatt di nuova capacità di energia rinnovabile per fornire elettricità agli elettrolizzatori.
Anche sull’idrogeno UniCredit ha emesso, sempre sul mercato SeDeX, un certificato Open End (Isin DE000HV8BNV5) con lo slogan pubblicitario “Nuova energia per i miei investimenti. Scelgo l’idrogeno”. In questo caso il benchmark, replicato linearmente, è l’indice ICF Hydrogen Select di ICF Bank AG. Questo certificate, nel dettaglio, permette di esporsi su 25 società globali (equipesate) che operano nello sviluppo e produzione di idrogeno, motori a idrogeno, celle a combustibile e batterie per veicoli.
Biotecnologie
Secondo le stime dell’Ocse nel 2030 le biotecnologie avranno un peso enorme nell’economia mondiale: 80% dei prodotti farmaceutici, 50% dei prodotti agricoli, 35% dei prodotti chimici e industriali, incidendo complessivamente per il 2,7% del Pil globale. E in base alle previsioni dell’Unione europea, ogni euro investito nella bioeconomia genererà un valore aggiunto di 10 euro nell’arco dei successivi dieci anni. Non solo. Si stima anche che ogni occupato nel settore biotech generi altri cinque occupati nei settori dell’indotto. Nei settori tradizionali il rapporto è ridotto, 1 a 1,5. Numeri che confermano le grandi potenzialità di questa tecnologia anche in termini di opportunità economiche, di crescita e di occupazione.
Oggi le moderne biotecnologie, affinate ed evolute, rappresentano lo strumento per il raggiungimento di traguardi fino a qualche anno fa totalmente inimmaginabili: permettono di dare cure risolutive a malattie che erano prive di trattamenti efficaci, di offrire terapie personalizzate e diagnosi tempestive, di migliorare le varietà vegetali, preservando la biodiversità. Ma anche di lavorare allo sviluppo di un sistema produttivo basato su fonti primarie alternative al petrolio, di avere prodotti eco-compatibili e processi con minore o nessun impatto ambientale, solo per citare una minima parte degli innumerevoli ambiti di applicazione di queste straordinarie tecnologie.
Anche sul megatrend “biotecnologie”, UniCredit ha strutturato ed emesso sul SeDeX di Borsa Italiana il certificato benchmark Open End (Isin DE000HV8BNU7) che replica linearmente l’indice ICF European Biotech calcolato da ICF Bank AG. Con lo slogan pubblicitario “Credo nella natura. Scopro il potenziale delle biotecnologie”, il sottostante del Certificate è composto da un paniere di titoli equipesato che comprende le trenta aziende leader in Europa nel settore delle biotecnologie e produzione biotecnologica di farmaci.