Lo Stoxx600 mette in atto un movimento violento, sulle orme del mercato americano, avvicinandosi ai principali sostegni di fine agosto 2017, per poi rimbalzare e testare l’ex supporto in area 381, ora resistenza.
Il quadro sembra abbastanza chiaro con l’ultimo livello citato che diventa lo spartiacque per un ritracciamento o una ripresa del movimento rialzista. Il drawdown di questo mese risulta molto simile a quello di aprile 2015 con i principali algoritmi che passano velocemente in campo neutro-negativo ma forniscono poi un seguente movimento a V degno del turbolento 2016.
Il rischio che il 2018 sia un anno simile e metà del 2015 o al periodo pre e post brexit è alto ma con due nuove variabili: la prima riguarda l’inflazione Usa, da sempre l’incubo principale della Fed e la seconda il Vix. Possono questi due fattori Made in Usa influenzare l’Europa? Purtroppo sì, perché anche questa volta lo storno dello S&P 500 ha coinvolto anche noi e solitamente gli spike di volatilità non si riassorbono nel breve. Quindi è possibile un periodo di tranquillità, mixato a turbolenze repentine.
La notizia, forse passata troppo in sordina, è legata al “fallimento” di alcuni fondi ed Etf che investivano sull’inverso della volatilità, cioè sulla bassa volatilità. L’uso della leva e la mancanza di carta hanno portato alla chiusura repentina dei collaterali azionari messi a garanzia che sono stati riversati sul mercato senza badare troppo ai prezzi.
Si parla di diversi miliardi di euro di perdita con ripercussioni anche sui titoli dello Stoxx600. Fra i settori più penalizzati quelli difensivi come Food e Healthcare mentre continua il profondo rosso dei Telecom seguiti da Oil e Utilities.
Tengono bene i settori da noi segnalati negli scorsi report fra cui i bancari, assicurativi, auto e risorse di base. Questo è un chiaro segnale che il contesto macro rimane positivo, soprattutto in Europa e che non siamo assolutamente maturi per un’inversione di medio periodo. Questo mese però ci insegna che le turbolenze Usa penalizzano anche l’Europa sulla qualche pesa un euro fin troppo forte.
Interessante la situazione grafica dei Banks che si appoggiano sui principali supporti in area 180 per poi cercare una fase di accumulazione che potrebbe riportarli in area 195. Negativo un ritorno sotto 178 punti.
Fra i singoli titoli in potenziale fase di accumualzione segnaliamo Banco Bpm che nonostane l’incognita delle elezioni italiane, ha fornito nelle scorse settimane interessanti dati fondamentali e una buona tenuta dei supporti, pur in presenza di alta volatilità. Reistenze in are 3,18 e supporti in area 2,76 con i principali algortimi che segnalano flussi in ingresso nelle spinte rialziste.
Cuniberti Giovanni
Professore a contratto Facoltà di Economia Torino
Head of Fee Only & Senior Portfolio Manager presso Gamma Capital Markets Ltd