Nella terra dei tulipani

Amsterdam

Un think tank londinese inserisce l’Olanda nella top ten dei migliori Paesi dove investire in questo momento. E’ il Legatum Institute, un istituto di ricerca con sede a Londra, che ha pubblicato lo scorso novembre il suo 11° Global Prosperity Index, un’indagine che classifica i paesi con l’economia più solida, aperta e competitiva del mondo.

Per ottenere questa speciale classifica, vengono confrontate 104 variabili, suddivise in nove sotto-indici, dove uno delle componenti principali della classifica è la forza economica di un paese.

Le economie non sono classificate solo in base alla loro dimensione e forza, ma soprattutto in funzione dell’apertura, dell’efficienza del settore finanziario e in base alle opportunità economiche offerte agli abitanti del proprio paese.

L’Olanda si è piazzata al 4° posto nella classifica dell’istituto (l’Italia è al 44°posto), con un Pil atteso in crescita del 3,1% nel 2018 dopo un incremento del 3,2% nel 2017 (sarebbe il tasso più elevato dal 2007).

La disoccupazione attualmente, secondo i dati Ocse, e’ al 4,4% ed e’ stimata in calo al 3,9% nel 2018 (4,7% l’ultima rilevazione, relativa al mese di ottobre).

Buono anche quadro per l’inflazione: in dicembre in Olanda ha rallentato portandosi all’1,3% annuo, dall’1,5% di novembre (1,3% era stata anche la lettura relativa al mese di ottobre). L’indice dei prezzi al consumo olandese e’ comunque in espansione costante dall’agosto 2016. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha parimenti frenato all’1,2% annuo dall’1,5% di novembre (1,3% in ottobre). Nell’intero 2017 l’inflazione in Olanda si è attestata all’1,4% contro lo 0,3% del 2016.

I dati macro suggeriscono quindi che l’economia – da mesi senza governo ma in un contesto politico in via di stabilizzazione – possa ancora crescere a passo sostenuto anche nei prossimi mesi.

L’Eoe Index (European Option Exchange) della borsa di Amsterdam (vedi grafico sotto) ha superato con i recenti massimi di quota 571 punti quelli del luglio 2007 a 564 punti, area sulla quale si colloca anche il lato alto del canale crescente che contiene tutta l’ascesa degli ultimi 9 anni circa. La rottura di quei livelli fornirebbe un nuovo elemento di forza all’uptrend in atto dai minimi del 2009 di area 195 e aprirebbe la strada al ritorno sui record del 2000 di quota 703. Resistenza intermedia a 600 punti circa.

Tuttavia per il momento area 570 continua a rappresentare un livello ostico da superare, alimentando il rischio che possano svilupparsi movimenti correttivi.  Solo ribassi al di sotto dei 530 punti, dove si collocano la base del canale crescente che parte dai minimi di inizio 2016 (contenuto a sua volta all’interno di quello originato dai minimi del 2009) e la media mobile a 52 settimane, farebbero però temere una correzione significativa della fase crescente degli ultimi due anni. Sotto area 500 rischio poi di discesa ripida verso la base del canale più ampio, in transito a 430 circa.

 

I due titoli più interessanti in termini di quadro grafico della borsa olandese sono al momento ING Groep N.V. (ING è la sigla di Internationale Nederlanden Groep) che ha guadagnato il 24% circa e ASML Holding (+34% nel 2017).

ING GROEP

ING Groep si è recentemente lasciato alle spalle la resistenza in area 16 euro, raggiungendo valori che non si vedevano dal 2008. Servirà comunque la rottura della linea che congiunge i record del 2001 e i top del 2006 per avere un segnale di forza valido nel medio lungo termine. I target in questo caso si posizionerebbero a 18 euro, poi a 18,80. Obiettivi nel lungo periodo a 24 e 26,60 euro. Il ritorno sotto i 16 euro comporterebbe invece un indebolimento nel breve termine, prologo a discese verso il supporto a 15,40 euro, base del canale in cui i prezzi oscillano da un anno circa.

ASML HOLDING

ASML Holding ha strappato al rialzo il 17 gennaio raggiungendo nell’ultima ottava nuovi massimi assoluti a 169,2 euro. La tendenza si conferma saldamente orientata al rialzo alimentando le possibilità di un ulteriore allungo in direzione inizialmente di quota 172, poi fino a 180 euro. Nel breve i segnali di ipercomprato evidenziati dai principali oscillatori grafici espongono tuttavia il titolo al rischio di una correzione dopo il recente allungo, flessione che in caso di discese sotto area 160 potrebbe estendersi inizialmente verso 150 e poi fino a 147 circa, trend line che sale dai minimi della scorsa estate e riferimento divenuto strategico nel medio termine.