Caccia ai dividendi in giro per il mondo

Chi va in cerca di dividendi è bene che prepari le valigie. Non è solo l’Occidente, infatti, che paga di più in termini di dividendo (nonostante l’area, storicamente, da questo punto di vista sia una delle più interessanti). Buone opportunità, in questo senso, si trovano anche in Asia e nei paesi emergenti. A dirlo sono le ultime elaborazioni basate sul Janus Henderson Global Dividend Index, il paniere che (trimestralmente) fotografa l’andamento delle cedole a livello globale. Nel quarter chiuso a settembre, l’Europa ex UK ha messo nelle tasche degli income investor (in dollari) 20 miliardi, con un aumento (al netto dei tassi di cambio) del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli Stati Uniti si sono dimostrati molto munifici con gli investitori: 130,1 miliardi (ma, a differenza del Vecchio continente, hanno potuto contare sulle ricche cedole speciali di alcune società che hanno spinto il dato) e un progresso del 7%. L’Asia ha sorpreso tutti con un progresso dell’8%. Bene anche il Giappone, con il suo +9%.

Dividendi annuali per regione
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Dati in miliardi di dollari Fioimnte: Janus Hendersonporta

In ripresa i paesi emergenti con una crescita, al netto dei tassi di cambio, del 17,5% che gli ha permesso di proseguire il trend iniziato nel trimestre scorso e di continuare a riallinearsi alla tendenza mondiale dopo una fase di stanca. Fra i paesi che si sono fatti notare in questo universo ci sono l’Indonesia e la Cina.

L’andamento dei dividendi negli EM
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Dati in dollari
Fonte: Janus Henderson


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A livello globale, comunque, gli investitori che hanno cercato le cedole si fregano le mani. Le società quotate hanno versato nelle loro tasche circa 354 miliardi nel trimestre, il 5,1% in più di quanto avevano fatto nello stesso periodo del 2017 (e facendo segnare il record di periodo). Alla luce di questa situazione, gli analisti di Janus Henderson hanno dovuto alzare le previsioni per l’intero 2018: prima si parlava di un progresso del 7,4% rispetto all’anno scorso; ora l’outlook è per un +8,1%. “Bisognerà vedere”, sottolineano tuttavia, “se ci saranno impatti sui profitti aziendali a seguito della guerra delle tariffe doganali iniziata dall’amministrazione Usa”.

Più cedole da pescare
Resta il fatto che chi va in cerca di dividendi ha un bacino più grande nel quale pescare. “Fino a qualche tempo fa i gestori che cercavano azioni income si muovevano principalmente fra Stati Uniti e UK”, spiega David Brenchley. Ma nell’ultimo decennio la situazione è cambiata. “Dal 2009, anno di nascita dell’indice Janus, i dividendi a livello globale sono aumentati del’80%”, continua l’analista. “Da allora, tuttavia, l’Europa e il Regno Unito hanno visto i tassi di crescita più lenti, mentre Giappone e Asia hanno registrato quelli maggiori. Il risultato è che i manager dei fondi income hanno potuto allargare gli orizzonti geografici”.