Per un investitore, la miglior società di gestione a cui affidare i risparmi è quella che cerca di allineare i propri interessi con quelli dei clienti e non mira esclusivamente a massimizzare i profitti. Costruire una relazione di fiducia duratura è anche una delle chiavi del successo di lungo termine di una Sgr, in contrapposizione con una strategia di breve termine che in certi momenti può apparire più redditizia, ma non è sostenibile.
A dirlo sono gli analisti di Morningstar che hanno passato in rassegna le 100 più grandi case di investimento europee (per masse gestite) attraverso la lente del “pilastro societario”, uno dei cinque utilizzati per attribuire il loro giudizio qualitativo. “I fattori che riteniamo fondamentali da questo punto di vista sono la capacità di tenere in azienda i gestori più talentuosi, la qualità dalla gamma di fondi, inclusi quelli con rating Gold, Silver o Bronze, la frammentazione o meno del patrimonio in tante classi, la suddivisione degli asset tra strategie attive e passive, le commissioni applicate”, spiegano i ricercatori in un rapporto dal titolo Fund Family 100. Comparing the 100 largest fund families and their fund sold in Europe.
Come si comportano le cinque case di investimento che hanno più classi di fondi distribuite in Italia e sono incluse nel rapporto? Due, BlackRock e JPMorgan, hanno un giudizio positivo con riferimento al “pilastro societario” (Parent Pillar), le altre tre (Amundi, BNP Paribas e Goldman Sachs) neutrale.
BlackRock, commissioni in discesa
Tra i punti di forza di BlackRock, Dan Culloton, analista di Morningstar, indica la progressiva discesa nel tempo delle commissioni dei fondi (e degli Etf iShares) e l’aumento dell’investimento dei gestori nelle strategie di cui sono responsabili, due fattori che contribuiscono ad allineare gli interessi dell’azienda con quelli dei clienti. Inoltre, il gruppo investe molto in tecnologia e personale e ha messo a disposizione dei consulenti finanziari i suoi strumenti di analisi del rischio e del portafoglio. Esistono, tuttavia, anche elementi critici, come ad esempio le ristrutturazioni che hanno interessato sia il segmento dei prodotti obbligazionari sia quello degli azionari negli ultimi anni e la bassa capacità di trattenere i talenti. La politica di lanci di nuovi prodotti è migliorata, ma ha comunque una porzione di prodotti di nicchia, legati a trend del momento.
JP Morgan, team stabili e ben equipaggiati
Per quanto riguarda JP Morgan, il principale motivo del giudizio positivo è il team di gestori di lunga data e le risorse di analisi e ricerca a loro disposizione. La società ha dimostrato nel tempo una notevole capacità di trattenere i talenti e ha incentivato l’investimento dei manager nelle loro strategie. Inoltre, ha provato di saper gestire bene gli avvicendamenti nei team. Contribuisce al rating positivo sul Parent Pillar anche il competitivo profilo commissionale. Dal punto di vista dell’Analyst rating, la gamma di fondi presenta una buona qualità (è quarta su 100 società analizzate per numero di comparti con medaglie Gold, Silver o Bronze). Inoltre, l’offerta è stata razionalizzata recentemente ed espansa nel segmento degli strumenti passivi, il che viene giudicato con favore dagli analisti di Morningstar.
Amundi, ancora qualche postumo delle nozze con Pioneer
L’integrazione di Pioneer Investments è la principale causa di cautela nella valutazione di Amundi. Tuttavia, i ricercatori di Morningstar apprezzano il fatto che la maggior parte del processo è ormai stato completato e il turnover dei gestori è stato sorprendentemente basso. Inoltre, nel 2016 il gruppo ha formalizzato una struttura di incentivi all’investimento di manager ed analisti nei fondi di cui sono responsabili e un programma per trattenere i talenti. Dal punto di vista della cultura aziendale, Amundi può fare di più: è ancora troppo forte, infatti, la tendenza a seguire le mode nel lancio di nuovi prodotti, con l’obiettivo primario di fare massa più che essere allineati con l’interesse degli investitori.
BNP Paribas AM, troppe riorganizzazioni
Ci sono spazi di miglioramento anche per BNP Paribas AM. “La nostra esperienza mostra che essere parte di un gruppo bancario all’interno del quale l’asset management è solo una delle attività spesso significa che l’interesse di lungo termine dei sottoscrittori non sempre è una priorità”, spiega Mara Dobrescu direttore strategie sul reddito fisso EMEA di Morningstar in Francia. “Per esempio, le acquisizioni fatte da BNP Paribas in seguito alla crisi finanziaria globale e le successive difficoltà dell’investment bank hanno portato a una serie di riorganizzazioni dell’unità di asset management e a un alto turnover nei team di gestione”. Inoltre, nel 2017, il gruppo francese ha annunciato un piano per aumentare le masse. “Siamo cauti al riguardo”, dice Dobrescu. “Perché riteniamo che ci sia ancora spazio per migliorare la qualità prima di una mossa simile”.
Goldman Sachs AM più allineata con gli investitori
Infine, nel confermare il rating Neutrale per Goldman Sachs asset management, i ricercatori di Morningstar valutano positivamente alcuni passi in avanti compiuti negli ultimi anni per allinearsi con gli interessi dei sottoscrittori. Innanzitutto, la divisione di gestione del risparmio ha acquisito maggior rilevanza all’interno del gruppo, per cui sono stati fatti investimenti in risorse, tecnologia e strumenti di risk management. In secondo luogo, circa il 20% dei gestori ha intorno a un milione di dollari investito nei propri fondi, contro praticamente nessuno di cinque anni fa. Restano alcuni punti interrogativi, in particolare con riferimento alla necessità di vedere come si comporteranno le nuove metodologie quantitative su un intero ciclo di mercato e il turnover superiore alla media del personale.