Il Dax future arriva alla scadenza tecnica, prevista per oggi alle 13, con un quadro tecnico caratterizzato ancora da forte debolezza. Il bilancio settimanale segna al momento un poco edificante -1.8%, con il mercato che ormai da tre settimane consecutive aggiorna i minimi annuali.
Come sempre accade in presenza di mercati fortemente tendenziali, l’avvicinarsi della scadenza tecnica costituisce occasione per esacerbare il trend in essere, cercando di forzare la chiusura delle posizioni degli operatori posizionati contro trend; in tale scenario non escludiamo quindi di assistere a movimenti di rimbalzo a partire dal pomeriggio di oggi, dopo il rollover sul contratto con scadenza marzo 2019.
A livello tecnico abbiamo osservato un segnale di debolezza significativo nella giornata di lunedì, quando il mercato ha provato in apertura il breakout del pivot point a 10.910 punti, tenuto conto anche della dinamica del venerdì precedente che su base daily aveva visto la formazione di una candela resistiva di tipo “hammer”, con acquisti sui minimi; il falso breakout ha prodotto invece un veloce rientro all’interno del range della candela precedente e una conseguente accelerazione al ribasso, conclusasi con una formazione engulfing e il breakout di quota 10.730, con conseguente invalidazione della configurazione di potenziale inversione.
Il completamento del modello engulfing ha quindi fornito un nuovo livello resistivo in area 10.700 punti, il cui retest ha costituito occasione per nuove vendite nel corso della settimana. Tale livello è ora il primo ostacolo da superare in ottica di ripresa dei corsi, mentre a livelli più alti troviamo resistenze a 10.820 e 10.900 punti.
Nello scenario attuale i rimbalzi intraday continuano a costituire occasione di vendita, con il mercato proiettato verso il prossimo supporto posto a quota 10.400 punti, anche se in estensione prende ora corpo l’ipotesi di assistere ad un test di quota 10.000 punti. Ulteriori conferme sulla debolezza attuale del comparto azionario arrivano osservando la forte ascesa dell’oro, bene rifugio per eccellenza e porto sicuro in caso di avversione al rischio.
A differenza di quanto osservato nella scorsa primavera, quando i ribassi dell’azionario non avevano comportato apprezzamenti significativi del metallo giallo, nello scenario attuale abbiamo assistito a un apprezzamento di quasi sei punti percentuali dell’oro negli ultimi tre mesi, con le quotazioni schizzate da quota 1.190 a 1.262 dollari l’oncia, con il massimo raggiunto nella giornata di ieri.