Elemento centrale della settimana è stata la riunione della Bce, da cui il mercato si attendeva una risposta circa il rinvio all’anno prossimo del ritocco verso l’alto del costo del denaro dall’attuale minimo storico, rispondendo così al rallentamento della crescita nella zona euro. Miglior risposta non poteva esserci per i mercati obbligazionari, in quanto il Governatore ha confermato che fino alla fine del suo mandato non interverrà sui tassi.
In generale è stata ancora una settimana positiva per la parte governativa, pur in assenza di aste che ripartiranno la prossima settimana con in calendario il 12 marzo quella sui Bot a 12 mesi, il trend sul secondario ha visto un marcato recupero dei Btp. Sulla curva decennale il benchamark 2.8% 1/12/2028 (IT0005340929) è sceso al minimo rendimento degli ultimi due mesi al 2.58% permettendo così allo spread contro Bund di scendere in area 250. Inoltre sulla parte breve della curva troviamo i Btp a due anni al minimo rendimento da 7 mesi allo 0.198%.
Dopo l’intervento di Draghi c’è stata un nuovo spunto con lo spread sceso a quota 244 ed il decennale al 2.5% di rendimento, riportandosi ai livelli del luglio scorso, mentre il Btp a due anni è sceso ai livelli di maggio. Le parole del Governatore hanno spinto tutti i titoli dell’eurozona, con il decennale portoghese all’1.416% il livello più basso dal 1999; mentre i Bonos spagnoli sono scesi al 1.112% che era il livello del 2016.
Un altro aspetto rilevante riguardava la possibilità che Mario Draghi si esprimesse su una possibile nuova operazione Tltro di finanziamento alle banche. In prima battuta i dettagli del nuovo programma non sembrano aver incontrato il favore del mercato, con i titoli azionari delle principali banche che hanno perso terreno sui listini azionari.
I nuovi collocamenti di bond governativi…
Non sono mancati collocamenti governativi negli altri paesi dell’Eurozona, con la Spagna che ha offerto Bonos fino a 3,5 miliardi con scadenze 2023, 2029 e 2048. la Slovacchia ha collocato titoli per 2 miliardi con scadenza 2031 con cedola 1.625% (SK4120011420), sulla scadenza 2028 ha collocato 1,6 miliardi con cedola dell’1% (SK4120014150) taglio minimo su entrambe le emissioni con taglio minimo da mile euro e multipli di mille e rating A2/A+/A+.
Ma il vero fattore di rilievo sulla parte governativa riguarda la Grecia che torna per la seconda volta sul mercato dopo l’uscita qualche mese fa dai programmi di aiuto. Il primo titolo (GR0114031561) era stato in gennaio il 3.45% con scadenza nel 2024, uscito a 99.314 ed ora in area di prezzo a 102.70 che significa il 2.85% di rendimento sulla curva 5y. Sulla scia di questo successo è arrivato il secondo deal con scadenza decennale 12 marzo 2029 con cedola del 3.875% (GR0124035693) emesso a 99.796 e poi in leggero calo di qualche cent sul grey market. Il rating del paese è ora B1/B+ con taglio minimo da mile euro e multipli di mille.
Sulla parte azionaria a fronte di tanti nuovi ingressi attesi in Borsa Italiana, per lo più sull’Aim, in questi giorni si è assistito al delisting di due nomi di peso, si tratta della Parmalat e di Luxottica. Diversa la dinamica per i due titoli, infatti per la prima si tratta di un ritiro dal mercato dopo che nello scorso dicembre la Sofil del gruppo Lactalis è salito ad oltre il 95% del capitale, annunciando di non voler procedere al ripristino del flottante in Borsa. Per Luxottica si tratta invece di un trasferimento alla Borsa di Parigi in quanto dopo la positiva operazione Essilor in terra francese, è nata una nuova società Essilor-Luxottica che continuerà ad essere trattata a Parigi.
… e quelli sul fronte corporate
Fervente attività nei corporate con in primo piano il deal della spagnola Telefonica (XS1933828433) che ha emesso 1,3 miliardi di subordinato perpetual con prima call a partire dal 2025. Il titolo ha un taglio minimo da 100k+100k ed ha una cedola del 4.375%. Emesso a 100 nei primi giorni di grey market si è leggermente indebolito scendendo in area 99,70.
Dalla Saint Gobain sono arrivate due nuove obbligazioni per un totale di 1,5 miliardi. La prima tranche da 750 milioni con scadenza 2024 ha visto una cedola del 0.625% ed un prezzo di collocamento di 99.613, il taglio minimo è da 100k +100k (XS1962554785); l’altra trance è stata sempre di 750 milioni con scadenza a 12 anni e cedola del 1.875%, con un prezzo d’emissione di 99.278 il rendimento è stato del 1.943% (XS1962571011), anche per questa tagli 100mila euro con multipli di 100mila.
Offerta in euro anche dalla sede di Parigi della Bank of China che ha emesso 500 milioni con scadenza a 3 anni e rendimento ms+60. Al reoffer price di 99.896 il rendimento è del 0.535%, rating A1/A/A con cedola del 0.5% e taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille (XS19529288868)
Mega deal in dollari per la società farmaceutica Pfizer, che ha emesso complessivamente 4.25 miliardi divisi su 5 scadenze tutte con taglio da 2k+1k e rating A1/AA. Nello specifico 500 milioni al 2022 cedola del 2.8% (US717081ER06), 750 milioni al 2024 con cedola del 2.95% (US717081ES88), 1.75 miliardi al 2029 cedola del 3.45% (US717081ET61), 750 milioni al 2039 cedola del 3.9% (US717081EU35) ed infine la più lunga ha scadenza al 2049 con cedola del 4% (US717081EV18).
Altro mega deal in dollari dalla Merck &co. per un totale di 5 miliardi, anche in questo caso diviso su più scadenze. Il rating è A1 ed il taglio minimo per tutte è di 2k+1k. Nello specifico si parte dal 2024 per 750 milioni con cedola del 2.9% (US58933YAU91), 1.75 miliardi la size con scadenza 2029 cedola del 3.4% (US58933YAX31), 1 miliardo con cedola del 3.9% al 2039 (US58933YAV74) ed infine quella più lunga al 4% con scadenza 2049 (US58933YAW57).
Tra i deal particolari ad alto rendimento è in corso l’offerta dell’Aereoporto di Quito, capitale dell’Ecuador, da poco tornato sui mercati, si parla di una size da 350 milioni di dollari con scadenza al 2033 e cedola intorno al 12%. Il rating assegnato è B2/B.