Dopo tre anni – 2015, 2016 e 2017 – in cui i Dogs of the Mib avevano ottenuto ottime performance e battuto nettamente il benchmark (il Ftse Mib), nel 2018 la “gara” è stata anomala: i tre portafogli hanno compiuto il loro dovere e realizzato performance migliori rispetto al Ftse Mib, ma questo non ha impedito di chiudere l’anno in rosso. A pesare sui panieri (e sull’indice) il crollo di Atlantia e di altri titoli del comparto finanziario.
Nel dettaglio, a fronte di un -16,15% messo a segno dal Ftse Mib, il portafoglio dei “5 Dogs” ha messo a segno un -2,67% comprensivo dei dividendi, quello dei “10 Dogs” ha segnato -4,48%, mentre il Portafoglio composto dal solo titolo Intesa Sanpaolo, cosiddetto “PPP”, dopo aver registrato durante l’anno performance superiori al 20%, ha chiuso il 2018 con un rosso del 22,64 per cento. Da segnalare Poste Italiane, best performer con un +18 per cento.
Con i dati di fine 2018, siamo però pronti a rinnovare il portafoglio anche per il 2019, affidandoci sempre alla metodologia dei “Cani del Dow” ideata e pubblicizzata dal guru americano Michael O’Higgins – selezionando i 10 titoli con il rendimento del dividendo più elevato – per costruire un portafoglio in grado di battere il Ftse Mib. I portafogli in realtà, con questi 10 titoli sono tre. Il primo, quello dei “10 dogs” comprende appunto i 10 titoli con il dividend yield maggiore scelti tra i 40 del Ftse Mib.
Ordinando questi 10 titoli per prezzo crescente e prendendo i primi cinque (quelli cioè con il prezzo inferiore) si ottiene il secondo portafoglio “5 dogs“: alla base del motodo è il fatto che un incremento (in assoluto) del prezzo ha un impatto percentuale maggiore su un titolo con un prezzo basso piuttosto che alto. Il terzo e ultimo portafoglio, detto “PPP” è composto infine da un solo titolo: il secondo dell’ordinamento (dal prezzo più basso a quello più alto). Si tratta solo di una anomalia statistica scoperta da O’Higgins ma valida anche sul mercato italiano: in genere – ma ovviamente non è una certezza – è un titolo che sovraperforma il mercato. Quest’anno è Unipolsai.
Qui sotto il portafoglio 2019 completo. Che non ha subito grandi mutamenti rispetto al 2017. Ci abbandonano Terna e Atlantia, che vengono sostituiti da Banca Generali e Mediobanca. Complessivamente, quindi, un portafoglio ancora più sbilanciato sul comparto finanziario e ancora meno sulle utility. da notare anche il livello molto elevato del dividend yield dei titoli: accanto ai best performer Azimut (10,49%) e Intesa Sanpaolo (10,46%), anche gli altri otto possono contare su un rendimento del dividendo superiore al 5 per cento. Il titolo del portafoglio con il rendimento più “basso”, cioè Unipol, ha uno yield del 5,12 per cento.
I 10 titoli del Portafoglio Italia 2019 – in ordine crescente di prezzo – sono: Intesa Sanpaolo, Unipolsai, Unipol, Snam, Poste Italiane, Mediobanca, Azimut, Eni, Generali e Banca Generali.