È stata una settimana di estremo interesse sui mercati finanziari, con soddisfazioni che sono arrivate sia dalla parte azionaria che da quella obbligazionaria. Infatti il Ftse Mib ha rivisto per qualche parte di sedute la quota dei 20000 punti che era stata rotta all’ingiù ad inizio ottobre, quando iniziò il braccio di ferro sulla legge di bilancio tra il nostro governo e la commissione europea. A trainare la performance azionaria sono stati soprattutto i titoli del settore finanziario, grazie agli ottimi risultati espressi dalla Bce in termini di parametri di rischio, che in molti casi hanno superato le richieste minime della banca centrale, risultato degli sforzi che in questi anni molte banche hanno fatto in termini di “pulizia” dei bilanci e riduzioni dei cosiddetti Npl, ossia i crediti deteriorati.
È significativo che la brillante performance dei titoli di settore, sia avvenuta in una fase in cui lo spread dei titoli di Stato aveva evidenziato una certa debolezza con punte ad inizio settimana di circa 280 punti base sull’omologo Bund decennale. In altre occasioni un allargamento dello spread si è spesso riflesso negativamente sul settore finanziario, mentre in questa occasione gli investitori hanno dato un segnale importante guardando verso altri fondamentali.
In ogni caso nel corso della settimana anche lo spread si è poi raffreddato tornando sotto quota 270, grazie anche ai buoni risultati delle aste sui titoli di stato. Il Tesoro Italiano ha venduto tutti i 6.5 miliardi di euro di Bot ad un anno (IT0005362634) con tassi in netta discesa, il rendimento medio è calato allo 0.181%, nuovo minimo da Maggio, dallo 0.285% del collocamento di gennaio. Ancora meglio per i Btp di breve e medio periodo, con 2,25 miliardi del titolo con scadenza ottobre 2021 (IT0005348443) emesso allo 0.99% contro l’1,07% dell’asta precedente. Stesso importo anche per il Btp novembre 2025 (IT0005345183) collocato al 2.26% di rendimento in ribasso rispetto al 2.35% della precedente asta. Non ci sono stati titoli lunghi, in quanto il Tesoro aveva già emesso via sindacato nella scorsa settimana 8 miliardi di Btp 30y (IT0005363111) con un boom di richieste per oltre 40 miliardi.
Sul fronte corporate bond, sono tornati molti emittenti sul mercato dopo una pausa nella scorsa, con società che si sono affacciate per la prima volta sul mercato.
Un “gol” vero e proprio lo ha fatto la Juventus sul mercato, infatti la società bianconera, il cui titolo azionario ha già sovra performato nei mesi scorsi, con la soddisfazione di entrare a far parte del Ftse Mib, ossia l’indice dei titoli a maggiore capitalizzazione di Borsa Italiana, ha deliberato ad inizio settimana l’emissione di un titolo obbligazionario, il cui deal si è rapidamente perfezionato nel corso di questa settimana. L’offerta inizialmente prevista per 150 milioni, è stata aumentata a 175 milioni per l’interesse mostrato dagli investitori che ha superato i 225 milioni di richieste.
Il titolo non ha rating e la scadenza è stata fissata al 19 febbraio 2024, il prezzo di emissione a 99,43 proietta il rendimento a scadenza al 3,5% a fronte di una cedola del 3,875%, taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille euro ed Isin XS1915596222.
Grande successo anche per il deal di Unicredit, che prosegue nel suo piano di raccolta di liquidità, collocando un titolo subordinato di tipo Tier2 da 1 miliardo di euro. Il rendimento dell’obbligazione è stato fissato a 4.875%, un livello che, per la forte richiesta degli investitori istituzionali, con ordini che hanno superato i 2 miliardi, si è rivelato inferiore alle prime indicazioni, fissate in area 5.125%. Il bond (XS1953271225) che è stato prezzato alla pari ed ha scadenza 20 febbraio 2029, callable dopo cinque anni, ha un taglio minimo di negoziazione di 200mila euro con multipli di mille euro e rating Ba1/BB/BBB-. L’operazione ha registrato la domanda da parte di quasi 200 investitori istituzionali, in prevalenza fondi ed ha performato bene nel grey market quotando mediamente 20-30 centesimi sopra il prezzo di collocamento.
È importante segnalare che nel mercato secondario e sulle nuove emissioni subordinate non vi sia stato un particolare impatto alla notizia che il Banco Santander abbia annunciato di non esercitare la prima call su un titolo tier 1 in scadenza a marzo, in quanto ai livelli attuali di richieste, il rifinanziamento con un nuovo titolo costerebbe di più dal punto di vista del tasso d’interesse ed è quindi più conveniente mantenere in essere il perpetual, che potrà comunque essere richiamato nelle successive call trimestrali.
Emissione a sette anni per Acquirente Unico spa, con 500 milioni emessi con cedola del 2.8% e prezzo di 99,506 che porta il rendimento a scadenza al 2.879%. Il titolo ha rating BBB ed un taglio minimo di 100mila euro con multipli di mille euro (XS1953929608).
In Germania proseguono i collocamenti di bond da parte dei differenti land: questa settimana è la volta del Federal State of Baden Wuerttemburg a collocare 600 milioni di euro sulla scadenza a 5 anni. Nel dettaglio si tratto di un bond senior a tasso variabile ( DE000A14JZD8) con scadenza il 19 febbraio 2024 e cedola semestrale indicizzata al tasso euribor 6mesi più 70 punti base. Il titolo ha rating AAA e lotto minimo di mille euro con multipli di mille euro.
Ritorno della Turchia sul mercato dopo la crisi della scorsa estate, è stato emesso un titolo in dollari sukuk per 2 miliardi con rendimento finale al 5. 8%, in calo rispetto all’iniziale 6.125%, grazie agli oltre 5 miliardi di richieste. Rating assegnato Ba3/BB, la scadenza è al febbraio 2022 ed il taglio di sottoscrizione minimo è 200mila euro con multipli di mille euro.
Doppio deal in dollari anche per l’Uzbekistan, con 500 milioni a scadenza 2024, cedola 4.75% (XS1953916290) ed altri 500 milioni al febbraio 2029 con cedola del 5.375% (XS1953915136). Il rating assegnato è BB- ed il taglio minimo è di 200mila euro con multipli di mille euro.
La Boeing con rating A2/A/A, ha emesso 1,5 miliardi complessivi suddivisi in 3 bond da 400 milioni ciascuno con scadenza rispettivamente 2024 e cedola del 2.8% (US097023CC78), 2029 con cedola del 3.2% (US097023CD51), 2039 con cedola del 3.5% (US097023CE35) ed infine 300 milioni con scadenza 2059 e cedola del 3.825% (US097023CF00). I tagli per tutti i titoli sono da due mila euro con multipli di mille euro.
Un altro corporate di peso americano è uscito con un doppio deal da 5 miliardi di dollari, la At&t ha fatto 3 miliardi sulla scadenza 2029 con cedola del 4.35% (US00206RHJ41) ed altri 2 miliardi con scadenza 2039 al 4.85% (US00206RHK14). Per entrambi i titoli il rating è Baa2/A- con taglio minimo da da due mila euro con multipli di mille euro.
Il colosso petrolifero statale saudita Aramco ha annunciato di volersi rivolgere al mercato dei capitali con l’emissione di un bond in dollari per 40 miliardi, si attende la quotazione del rating che verrà data dalle agenzie internazionali.
Fortum, società leader nel settore energetico, ha organizzato una serie di incontri con investitori di titoli a reddito fisso in Europa finalizzati all’emissione di un bond senior multitranche, 4 e 12 anni.