Il petrolio non ha fiato per correre

Petrolio

Meglio non farsi trarre in inganno dal petrolio. Le quotazioni di queste settimane, con il Brent intorno ai 80 dollari al barile e il WTI a 75 dollari (i massimi degli ultimi quattro anni), secondo gli analisti di Morningstar, sono il frutto di questioni politiche che non tengono conto di un elemento: la capacità degli Stati Uniti di far arrivare sul mercato il suo shale oil. “Crediamo che il mercato stia sottovalutando la capacità del petrolio di scisto di far tornare il mondo del petrolio in una situazione di sovraproduzione”, spiega Joe Gemino, analista di Morningstar. “L’estrazione Usa a giugno ha raggiunto nuovi record storici e potrebbe toccare altri massimi in futuro”. Del resto, sottolinea l’analista, i prezzi a cui si sta muovendo il barile in questi giorni sono un invito a produrre, visto che danno alle società estrattive buoni margini di guadagno. L’arrivo sul mercato del petrolio Made in Usa, insomma, sarà in grado di riempire quegli inventory che si erano inariditi dopo i tagli alla produzione decisi dall’Opec per cercare di sostenere i prezzi e a seguito della crisi in venezuelana che aveva fatto diminunire l’estrazione del paese sudamericano. Il cartello dei paesi produttori, peraltro, ha deciso di aumentare l’estrazione di 600mila barili al giorno a partire da luglio di quest’anno.

Prezzi in calo
Le previsioni degli analisti di Morningstar sul petrolio nel lungo periodo sono di 55 dollari per WTI e di 60 dollari per il Brent. “Chi parla con ottimismo della ripresa del prezzo del petrolio secondo noi non ha colto appieno le capacità di produzione che hanno gli estrattori americani e, probabilmente, è convinto che i siti si esauriranno prima di quando in realtà accadrà”, dice Gemino. “Certo i problemi geopolitici sono sempre stati una caratteristica peculiare dei mercati petroliferi globali. E a volte le tensioni hanno avuto effetti che ci hanno messo molto tempo prima di esaurirsi. Le carenze registrate quest’anno a causa delle decisioni dell’Opec o dei problemi del Venezuela potrebbero impiegare anni ad essere superate. Ma questo non condiziona le nostre previsioni di lungo periodo. Siamo convinti che la traiettoria di crescita dello shale americano, alla fine, creerà dei problemi al mercato”.

Due Neutral fra gli energy
Nella categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono sui titoli energy, fra i prodotti disponibili in Italia ce ne sono due con Analyst rating. Entrambi hanno un giudizio Neutral.

BGF World Energy C2. “L’approccio top-down si fonde con quello bottom-up”, spiega Fatima Khizou in un report del 2 novembre 2017. “Il team mira a identificare i trend che influenzano l’equilibrio fra domanda e offerta di materie prime sottostanti, monitorando il quadro politico. L’analisi top-down è integrata con quella scrupolosa dei titoli al fine di identificare società con prospettive di crescita di lungo periodo sottovalutate dal mercato. Gli incontri con il management sono dunque essenziali allo scopo di identificare soluzioni che permettano di sovraperformare il benchmark. Gli investimenti riguardano l’intero spettro delle capitalizzazioni di mercato e hanno tendenzialmente un orizzonte di lungo termine. Di norma, le posizioni vengono liquidate al raggiungimento delle valutazioni attese, al deterioramento dei fondamentali o al cambio del management. Negli ultimi due anni il processo ha beneficiato di alcuni buoni correttivi. Per esempio si è introdotta una ricerca dedicata alle aree più cicliche del segmento energetico per reagire più rapidamente alle inversioni di tendenza, si è condotta un’analisi degli scenari più approfondita al fine di ottimizzare la strategia top-down e, infine, si è data un’enfasi maggiore ai fondamentali.

Guinness Global Energy C EUR Acc. “Il team di gestione combina analisi top-down con la ricerca bottom-up”, dice Khizou in un report del 3 aprile 2018. “Vengono incorporati elementi come il rapporto fra domanda e offerta di petrolio e gas e i comportamento dell’Opec per capire quali possaono essere i trend di lungo periodo del settore energetico. Questo passaggio viene utilizzato per scegliere i titoli nei diversi sottosettori che formano il comparto energy.  In generale i gestori cercano società trattate a valutazioni interessanti e con buoni fondamentali. I nomi ritenuti più interessanti vengono sottoposti a ulteriori analisi. Le previsioni sull’andamento di ogni società sono riviste ogni sei mesi. I target price sono stabiliti considerando le caratteristiche proprie di ogni sotto-segmento. Le azioni vengono vendute quando l’obiettivo di prezzo è stato raggiunto o quando i fondamentali sono peggiorati. Per aprire una nuova posizione, il team si deve liberare di una vecchia”.