In un momento di dominio totale dell'intelligenza digitale e dell'industry 4.0 occorre tenere i piedi ben ancorati a terra per evitare di finire su una giostra. A partire, ad esempio, dai Bitcoin, con i suoi futures e i suoi ETF in arrivo, e tutto ciò che ancora potrà procurare feroci mal di testa ai regulators europei, ai quali Dombrowski, (Vice Presidente della Commissione), ha suonato la sveglia.
Passando ai mercati, il VIX ha chiuso l'anno sotto quota 10 dopo aver ristretto il range di oscillazione tra 10-15 durante i 12 mesi. Nel corso del 2018 occorrerà perciò ricordarsi bene di periodi come il 1995 o il 2006 (anni precedenti lo scoppiare di grandi crisi, come quella asiatica o quella globale più recente), e di come il ritorno della volatilità abbia poi coinciso con pesanti correzioni sui mercati finanziari.
In termini di asset allocation, prese le dovute distanze dal mercato giapponese, tornato ai massimi del 1991 e del 2007 (dopo tre anni di rally del quale abbiamo ampiamente beneficiato) in questo inizio 2018 restiamo fortemente ancorati all’Asia, Cina e India comprese. Di fatto questi mercati sono quelli ove i maggiori temi di sostegno alle borse, derivanti dalla rivoluzione IT e Industry 4.0, sono ampiamente applicati e rappresentati nei piani di sviluppo delle corporates e governativi. Altrettanto valga per le innovazioni che vedremo nell'era dei Big Data, della robotica diffusa e della Block Chain.
Sempre in termini di strategie di portafoglio converrà, soprattutto nel primo semestre, accantonare alcuni “osservati speciali”, come i Paesi latinoamericani contagiati dagli effetti della crisi venezuelana e non solo, anche il Sudafrica, alla prova di un nuovo corso di Governo dell'ANC ma ancora con lo spettro di Zuma.
Sempre restando a cavallo tra Paesi sviluppati asiatici e realtà ancora riconsiderate nel comparto "emergenti" riteniamo che la Russia, e la sua valuta, usciranno vittoriose sia dalle ceneri conflitto siriano, sia nei giochi dello scacchiere mediorientale dove gli USA continuano nella strategia di "detouching ", ovvero di distacco peraltro già avviato da Obama.
A proposito di Usa, manterremo viva l’attenzione sulle “mosse” di Trump, considerando anche l'incognita delle elezioni di medium term nelle quali si faranno i conti con la politica estera, al netto degli effetti attesi dalla storica riforma fiscale e dell’esito dei disordini in Iran. Consideriamo perciò utile avviare un ridimensionamento sui Governativi e bond High Yield Usa, mentre ci dovremo interrogare sulla valida alternativa che potrebbe essere quella dei mercati europei, soprattutto azionari, che potrebbero avere ancora molto da dire e che saranno aiutati da un traino sostanziale, ovvero il tema della sostenibilità economica intrapresa ormai da tutte le Corporates che hanno a cuore il consenso dei clienti/consumatori : dai Green Bond ai social bond, e dalle rinnovabili e sino ai fondi etici SRI , sarà un vero e proprio boom .
Proprio il tema della sostenibilità economica potrebbe permettere a governi, come quello italiano, argentino e agli stessi Usa, di affrontare ingenti livelli di indebitamento con piani di riforme coraggiose legate agli obiettivi dell'Agenda 2030 (formulati dalle Nazioni Unite, oggi più che mai disunite), prima sbandierati, poi colpevolmente accantonati.
Rimane, infine, non meno importante di altri, il tema del Tapering della BCE e anche quello di un alleggerimento dei portafogli azionari nella seconda parte del 2018. Un anno che ci attendiamo di transizione in termini di politiche sui tassi di interesse. Per l’Italia riteniamo che i PIR saranno l’unica certezza su bond, fondi ed ETF di una Borsa ancora condizionata dalle banche e dagli effetti di Mifid2.
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