Qualcosa sta cambiando in Corea. E il mercato è pronto a cogliere le opportunità. Il riferimento non è soltanto allo storico incontro fra i leader della parte Nord e Sud della penisola asiatica, Kim Jong-un e Moon Jae-in, sfociato in un accordo per denuclearizzare la regione. “Qualcosa si sta trasformando anche a livello societario, tanto da far diventare le aziende coreane buone opportunità di investimento”, spiega David Brenchley, analista di Morningstar.
Non è da fine aprile, quando i due capi di stato si sono stretti la mano, che gli operatori tengono d’occhio quel mercato. Certo, da quell’incontro l’indice Morningstar Korea (in euro) ha segnato +4%. Ma nel 2017, quando i colloqui sembravano impossibili, ha fatto comunque segnare +28%.
Indice Morningstar Korea
Dati in euro aggiornati al 7 maggio 2018
Fonte: Morningstar Direct
Il mercato sudcoreano ha sempre trattato a sconto rispetto a quello di altri paesi asiatici. Da una parte, hanno pesato e pesano le tensioni con i vicini del Nord. “Ma, anche e soprattutto, la responsabilità va a una corporate governance di scarsa qualità che ha sempre caratterizzato le società del paese. Il problema ha riguardato soprattutto i cosiddetti chaebol, i grandi gruppi finanziari e industriali controllati da un ristretto numero di famiglie. Le analisi Morningstar, ad esempio, dicono che il mercato di Seul ha il livello più basso di payout del mondo (24%), nonostante le società del paese scoppino di liquidità. In pratica, gli investitori intascano miseri dividendi.
Ma qualcosa si muove. Il governo guidato dal Partito liberale ha introdotto un codice di stewardship sul modello di quello varato in Giappone che obbliga le società ad essere più friendly e trasparenti nei confronti degli azionisti. “Stanno aumentando le pressioni nei confronti dei cahebol, perché aumentino le cedole”, spiega l’analista. In questo contesto si innestano i ragionamenti su una possibile riunificazione delle due parti della Penisola. “Questo tipo di operazioni possono avere un impatto negativo di breve periodo, come ha dimostrato l’unione fra la Germania Ovest e quella Est”, dice l’analista. “Tuttavia ci sono elementi che, nel lungo termine, possono fare bene. In Corea del nord, ad esempio, si può trovare un basso costo del lavoro. Si potrebbero anche aprire canali commerciali interessanti con la Cina e con la Russia, da sempre partner privilegiati di Pyongyang. E, come ora la Germania fa da locomotiva dell’Europa, lo stesso potrebbe accadere con la Corea e l’Asia”.
Un Argento e un Bronzo per la Corea
Fra i fondi della categoria Morningstar dedicata ai mercati emergenti, quello che ha quasi un quarto del portafoglio esposto alla Corea del sud è Robeco Emerging Stars Equities D $ (Analyst rating: Silver. Morningstar rating 3 stelle). “Il processo di investimento è formato da due fasi. Prima si parte con un’allocazione geografica seguendo principi top down”, spiega Mathieu Caquineau, fund analyst di Morningstar in un report del 12 ottobre 2017. “In questa fase sono considerati cinque elementi: la situazione macro e i rischi politici, le attese sugli utili, le valutazioni, l’analisi tecnica e il sentiment. Questo processo dirige l’80% degli asset verso i cinque mercati considerati più interessanti. Poi all’interno di ogni paese viene fatta la selezione delle azioni attraverso l’analisi quantitativa e fondamentale. I gestori, in pratica, cercano azioni che abbiano un buon vantaggio competitivo e che non siano correttamente valuate dal mercato” (Analisi completa qui). A livello di titoli, Samsungè la posizione di maggior peso nel portafoglio. Nella top 10 degli asset, ci sono anche la società chimica Lotte e il gruppo bancario Shinhan (dati di portafoglio al 27 marzo 2018).
Quasi un quarto di portafoglio in Corea c’è l’ha anche Invesco Asian Equity E EUR Acc (Bronze. 4 stelle) che fa parte della categoria Morningstar Asia ex Japan. “Il processo di investimento utilizza un mix di analisi top down e bottom up”, spiega un report del 13 gennaio 2017 firmato da Lena Tsymbaluk, fund analyst di Morningstar. “Non c’è un particolare stile di investimento e i gestori hanno la libertà di posizionare il portafoglio in base alle condizioni di mercato e a seconda delle opportunità di investimento. Per questo lo stile del fondo può cambiare nel corso del tempo. Questo significa anche che i manager sono disposti a sopportare lunghe fasi di discesa se sono convinti che ci saranno buoni risultati nel lungo periodo” (Analisi completa qui). Fra i titoli più pesanti in portafoglio ci sono Samsung e la società di basic materialPosco (dati di portafoglio aggiornati al 30 gennaio 2018).
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A cura di Marco Caprotti, Editor, Morningstar Italy