Il mercato americano è decisamente impostato al ribasso nel medio termine. Il massimo storico registrato dal future S&P500 lo scorso gennaio sul livello 2.878 è oramai un lontano ricordo e, da allora, le quotazioni hanno sempre e solo realizzato massimi relativi decrescenti tali da poter tracciare una trendline negativa piuttosto solida. E’ anche vero che le violente fasi di sell off avvenute nei mesi di febbraio e marzo hanno trovato sempre lo stesso ostacolo in prossimità del supporto posto a 2.550 punti, tant’è che la configurazione grafica appena descritta può assomigliare a un “triangolo” posto nella fase finale di un lunghissimo trend rialzista cominciato più di sei anni fa.
Come è risaputo, si tratta di una pattern “di continuazione” che descrive un momento di rilassamento del mercato prima di riprendere la propria corsa nella direzione originaria (FIGURA 1). Però, un conto è la teoria dell’analisi tecnica, un altro conto è la pratica. E l’esperienza insegna che prevedere il futuro andamento dei prezzi sulla base di questa configurazione equivale statisticamente a tirare la monetina.
FIGURA 1 – L’andamento del Future S&P500 nel lungo termine
La recente riunione della Fed, che ha dichiarato di voler aumentare i tassi di interesse nel corso del 2018 anche oltre le tre volte già programmate, ha fatto precipitare ulteriormente le quotazioni del Future S&P500, che ora sono alle prese con l’importante soglia psicologica dei 2.600 punti.
Dal punto di vista operativo, pertanto, converrà attendere l’oramai vicino livello 2.550 per aprire posizioni short con target a 2.400. Per la posizioni long, invece, meglio aspettare il superamento della resistenza posta a 2.720 punti (la rottura della trendline statica potrebbe essere troppo incerta), ponendosi come primo obiettivo il raggiungimento del livello 2.800.
FIGURA 2 – L’andamento del Future S&P500 nel breve termine
A cura di Alessandro Aldrovandi, www.strategieditrading.it
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