La scommessa tricolore di Intesa

E’ andata in scena nella mattinata dello scorso 29 marzo, la presentazione del rapporto annuale che la direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali. I relatori della giornata sono stati il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, il Chief Economist Gregorio De Felice e il Responsabile della Ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa.

La ricerca analizza i bilanci aziendali degli anni 2008-16 di quasi 18.000 imprese appartenenti a 153 distretti industriali e di quasi 54.000 imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione; sono state presentate poi le stime sui risultati di bilancio delle imprese nel 2017 e le previsioni per il biennio 2018-19. L’analisi si soffermata, infine, sui cambiamenti strutturali che hanno interessato negli ultimi dieci anni il tessuto produttivo distrettuale, nella fase di crisi finanziaria e di successiva lenta ripresa.

Vediamo una breve panoramica dei principali dati emersi.

Sintesi biennio 2017-2017

Nel biennio 2016-17 i distretti industriali hanno ottenuto buoni risultati: la crescita cumulata del fatturato è stata pari al +4,6%, mentre l’Ebitda margin, in seguito alla debolezza dei prezzi, si è stabilizzato a un livello del 7,6%. Complessivamente nei distretti la crescita del fatturato tra il 2008 e il 2017 è stata pari al 13%, a fronte del +8,7% delle aree non distrettuali. Anche i margini unitari sono ormai su livelli superiori a quelli pre-crisi. Al contrario, al di fuori dei distretti il divario è ancora significativo. Sul territorio italiano sono molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti industriali oggetto dell’analisi per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei 20 distretti migliori. Tutte le macro-aree italiane sono presenti. Prevalgono i distretti del Nord-Est e del Nord-Ovest. Il Centro e il Mezzogiorno sono presenti rispettivamente con due e tre distretti. Tutte le principali filiere produttive sono rappresentate, anche se emerge una prevalenza dei distretti dell’agro-alimentare e della metalmeccanica. Ai primi tre posti di questa classifica, e tra loro molto vicini, ci sono l’Occhialeria di Belluno, la Gomma del Sebino bergamasco e il Prosecco di Conegliano- Valdobbiadene.

Previsioni per il biennio 2018-19

La presenza di nuovi attori altamente dinamici e di esternalità positive rappresenteranno fattori di competitività importanti per i distretti industriali. Nel biennio 2018-19 è prevista un’accelerazione della crescita (+5,8% cumulato), trainata nuovamente dai mercati esteri, in presenza di una domanda interna che rimane sostenuta, con un maggior ruolo per i beni di investimento. In particolare, un contributo importante potrà venire dalla filiera metalmeccanica, sulla spinta degli investimenti in macchinari, a loro volta supportati dalle misure di incentivazione previste nel Piano Industria 4.0. Nel biennio 2018-19 vi sarà poi spazio per un rafforzamento dei margini unitari (diffuso a tutti i settori distrettuali). Il processo sarà, tuttavia, lento e graduale, frenato dalle elevate pressioni competitive presenti sui mercati internazionali.

L’Italia è campione del risparmio

Terminata la presentazione dei dati, l’ad Messina ha preso la parola per ribadire la piena fiducia nella ripresa economica del nostro Paese e per evidenziare la volontà della banca di porsi come attore attivo all’interno della stessa: “Sono contrario a chi cerca di sminuire una crescita del Pil dell 1,5%. Questo è un dato importante, un vero e proprio segnale di crescita, anche in relazione alla nostra struttura economica e produttiva. L’Italia è campione nel risparmio, se uniamo questo dato alla qualità espressa dalle nostre imprese, che emerge anche dal nostro rapporto sui distretti, non abbiamo nulla da invidiare a Germania e Francia, anzi. Intesa Sanpaolo scommette con forza sul nostro Paese e non è un caso se abbiamo pianificato di destinare nei prossimi anni ben 250 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese, all’interno di un mercato che ci vede presenti con ben 400 miliardi di euro di impieghi e 1.000 miliardi di euro di risparmi degli italiani in gestione”.