Un modo piuttosto semplice e intuitivo per valutare se un fondo alternativo ha raggiunto l’obiettivo di diversificazione è quello di analizzare il suo grado di correlazione e volatilità rispetto a un indice azionario del mercato globale.
Perché un benchmark di questo tipo? “In un portafoglio long-only composto sia da equity sia da bond, il principale fattore di rischio, misurato dalla volatilità e dal maximum drawdown è rappresentato dalla parte azionaria”, spiega Jason Kephart, senior analyst di Morningstar. “Ha quindi senso considerare come una strategia alternativa diversifica rispetto a questo pericolo. Inoltre, gli approcci che mirano a ridurre il rischio tassi all’interno dei portafogli obbligazionari nell’attuale contesto di politiche monetarie espansive, tendono ad assumere dei rischi simili a quelli dell’equity”.
Abbiamo applicato questo metodo ai fondi alternativi con Analyst rating positivo (superiore a Bronze) e disponibili in Italia, in tutto 14, e abbiamo trovato una varietà di stili, che possono essere sintetizzati in una matrice 3×3 dove nell’asse orizzontale c’è la volatilità relativa e in quella verticale la correlazione (per approfondimenti sull’Alternative style box, clicca qui). Dietro di essi ci sono strategie differenti, alcune flessibili su tutto l’universo investibile, altre su segmenti specifici.
Tra attacco e difesa
Ad esempio, BNY Mellon Global Real Return, che tra i comparti analizzati è quello con il rating più alto (Silver, report di Randal Goldsmith dell’11 settembre 2017), presenta una bassa correlazione con il mercato azionario globale (indice Morningstar global markets), ma un’alta volatilità relativa. Il fondo si propone un obiettivo di rendimento lordo annualizzato pari all’Euribor a un mese + 4% su un orizzonte di un quinquennio, mantenendo una volatilità compresa tra quella azionaria e obbligazionaria. Per raggiungerlo può investire su tutte le asset class: l’equity viene normalmente utilizzato per incrementare i guadagni, mentre le obbligazioni e la liquidità per stabilizzare il portafoglio. I derivati possono essere impiegati per ridurre i rischi di ribasso. L’esposizione valutaria è in gran parte coperta, ma il team di gestione può includere divise considerate difensive come il dollaro o il franco svizzero, insieme ai metalli preziosi in un’ottica di preservazione del capitale.
Grandi dimensioni
La più grande strategia coperta dagli analisti di Morningstar, BlackRock Strategic funds – Fixed income strategies, il cui patrimonio supera i 10 miliardi di euro, presenta un livello di correlazione inferiore al comparto di BNY Mellon, ma si caratterizza per l’investimento nel solo segmento del reddito fisso (obbligazioni e derivati collegati). I gestori esprimono le loro convinzioni attraverso posizioni lunghe e corte (strategie relative value), prestando attenzione a diversificare i rischi.
Un altro fondo molto popolare in Europa (Italia compresa) è Standard Life Global absolute return strategies, il cui patrimonio nel 2015 è arrivato a superare i 16 miliardi di euro, per poi ridimensionarsi a circa 8,6 miliardi quest’anno. Nell’Alternative style box, si colloca nel quadrante più alto sia per livello di correlazione sia di volatilità relativa rispetto all’indice Morningstar global markets. Gli analisti di Morningstar hanno recentemente confermato il rating Bronze (report di Randal Goldsmith del 4 aprile 2018), riconoscendo la coerenza ultradecennale nel processo di investimento, nonostante alcuni anni di performance molto scarse, come il 2016. Il rischio dimensionale si è ridotto per effetto dei forti deflussi in tempi più recenti.
Il caso italiano
L’unico fondo di diritto italiano nella lista è Anima Star Europa alto potenziale, che si caratterizza per una bassa correlazione con il mercato globale e una volatilità relativa media. “Da gennaio 2010, quando la strategia è stata implementata nella modalità attuale, a gennaio 2018, il comparto ha catturato il 34% dei rialzi dell’Msci Europe e i 27% dei ribassi, ottenendo quindi migliori risultati dal punto di vista del profilo di rendimento aggiustato per il rischio”, spiega Francesco Paganelli, analista di Morningstar, in una nota del 2 marzo 2018.
Bassa correlazione, alta volatilità
Nessuno dei fondi analizzati presenta una correlazione negativa con i mercati. Quello con la più bassa (al 31 maggio 2018) è JPM Global Macro Opportunities, che però ha una volatilità relativa tra le più alte. Quest’ultima può essere spiegata dall’ambizioso obiettivo di rendimento che si propone: liquidità +7%. Per gli analisti di Morningstar, che attribuiscono un rating Bronze (report di Randal Goldsmith del 7 marzo 2018), il comparto è stato in grado di centrare i target di performance di medio termine e, nonostante abbia assunto più rischio dei concorrenti, ha mostrato di controllarlo e non eccedere il limite del 10% imposto dalla politica di investimento.
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A cura di Sara Silano