La rivoluzione digitale ha cambiato il modo di intendere il lusso e ha portato profondi cambiamenti nei modelli di business di molte aziende del settore. Secondo il report Digital Luxury Experience 2017 – realizzato da McKinsey e Fondazione Altagamma – la previsione per il 2025 è che lo shopping di lusso in rete raggiungerà quota 74 miliardi, un quinto del totale.
Le maison blasonate hanno iniziato già qualche anno fa a concedere alcuni prodotti, di solito i meno costosi, alle piattaforme wholesale più rinomate, ma negli ultimi hanno investito molte risorse per dar vita alla propria piattaforma e-commerce. I risultati? Grazie a internet sono cresciute anche le vendite nei negozi: si stima infatti che un cliente registrato su una piattaforma e-commerce spenda in genere nel negozio fisico il 20% di più su base annuale rispetto a cliente non contattabile in modo digitale.
Anche gli analisti di Goldman Sachs ritengono che i nuovi canali di distribuzione, in particolare l’e-commerce, abbiano un potenziale non ancora pienamente percepito dai mercati e per questa ragione hanno inserito alcuni titoli del settore nella loro “Conviction Buy List”
BURBERRY
Il brand londinese ha un target price a 12 mesi pari a 2.395 pence da 1.797 pence, con un potenziale al rialzo del 43%, secondo Goldman Sachs. Si tratta di un target raggiungibile in caso di rottura decisa di area 1.950/2.000, doppio massimo disegnato tra febbraio 2015 e novembre 2017. Conferme in tal senso farebbero ben sperare in una riattivazione dell’uptrend di lungo corso verso il lato superiore di un canale che contiene l’intero movimento ascendente partito alla fine del 2008, a 2.390 circa. L’incapacità di scardinare gli ostacoli in area 1.950/2.000 insinuerebbe dubbi sulla capacità di raggiungere l’obiettivo indicato sebbene solo la violazione dei minimi di febbraio a 1.500 circa potrebbe indebolire lo scenario rialzista.
KERING
Kering ha comunicato martedì dopo la chiusura dei mercati che nel primo trimestre le vendite sono rimbalzate del 27,1% annuo a 3,11 miliardi di euro. Il progresso a perimetro costante è stato invece del 36,5% contro il 23% del consensus di Bloomberg. Il colosso francese del lusso di François-Henri Pinault (fino al 2013 chiamato Ppr) ha beneficiato ancora una volta della performance del marchio Gucci (primo brand in termini di ricavi), la cui crescita delle vendite è stata del 37,9% annuo e addirittura del 49% a perimetro costante. Nel trimestre la società parigina ha raddoppiato la crescita delle vendite online. Graficamente l’anno della svolta per Kering è stato il 2017 quando ha rotto i precedenti record di inizio 2000 a 270 euro circa mettendo a segno un rally inarrestabile fino a 450 circa. La permanenza sopra area 415/420 potrebbe favorire la realizzazione di un ulteriore segmento di crescita verso i 500 euro, ma attenzione alla formazione di segnali di divergenza tra il grafico dei prezzi e quello dei principali oscillatori di momentum che potrebbe fare il via a correzioni. Nella seduta del 25 aprile è poi comparsa una candela di tipo “shooting star”, elemento che compare di solito in presenza di forti resistenze, a conferma della rilevanza dei livelli raggiunti. Senza la rottura di area 470 il rischio di un ripiegamento a correzione del rialzo visto nelle ultime settimane resterà elevato. Flessioni fino a 370 circa, media mobile a 200 giorni, non danneggerebbero comunque le prospettive di rialzo offrendo spunti per intervenire in acquisto.
BRUNELLO CUCINELLI
La strategia di Brunello Cucinelli attrae molto gli analisti che lo definiscono “il re” della moda italiana di alta gamma. La prudenza del management rappresenta un vantaggio competitivo chiave e, pur riducendo la redditività rispetto agli altri concorrenti, nel lungo termine potrebbe estendere in modo significativo il potenziale del marchio per sovraperformare gli altri, ottenendo una valutazione del premio già del 50% rispetto alla media del settore.
Brunello Cucinelli ha messo sotto pressione tra febbraio e marzo il duplice supporto in area 25/25,10 definito dalla trend line che sale dai bottom di inizio 2016 e dalla media mobile a 200 giorni passante in questo stesso punto. Il titolo dovrà allontanarsi con maggiore decisione da area 27,30 per dimostrare di possedere le energie necessarie per riportarsi sui massimi di inizio anno a 29,90, a contatto con il lato superiore di un canale che contiene le oscillazioni dai minimi del 2012.
Il superamento di questo ostacolo potrebbe dunque risultare difficile, almeno al primo tentativo. Oltre i 30 euro possibile allungo verso 31,20. Nella direzione opposta, invece solo sotto 25/25,10 aumenterebbe il rischio di assistere ad ampi ripiegamenti verso area 24, poi fino a 23 euro circa.
A cura di Claudia Cervi, Analista finanziario www.Ftaonline.com