Flight to safety è un’espressione inglese che letteralmente significa “volare verso la sicurezza” e viene utilizzata sui mercati finanziari per indicare lo spostamento degli investimenti da attività finanziarie più rischiose a quelle più sicure, in particolare i titoli di Stato con rating più alto. In questo senso, le obbligazioni governative possono essere considerate dei porti sicuri.
Per comprendere pienamente il loro ruolo è necessario introdurre il concetto di diversificazione del portafoglio. Ad esempio, rispetto a un portafoglio al 100% azionario, il reddito fisso dà un contributo distintivo. Tuttavia, non tutte le obbligazioni sono porti sicuri. La principale distinzione è tra emissioni societarie e governative. Le prime condividono lo stesso rischio dell’equity, perché se l’azienda fallisce non sarà in grado di rimborsarle. I titoli di Stato di miglior qualità tendono a proteggere di più in fasi di ribasso delle Borse perché hanno un limitato rischio di default e sono molto liquidi. Inoltre, i rendimenti sono strettamente collegati allo stato di salute dell’economia e sono spesso di durata ampia (generalmente si prende come riferimento il decennale), il che accresce la sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse.
Bassi tassi di interesse
Il prolungato periodo di bassi tassi di riferimento e politiche monetarie espansive da parte di molte banche centrali, compresa quella europea, potrebbero far pensare a un’attenuazione del contributo alla diversificazione dei governativi. Secondo Mark Preskett, gestore di MIM (Morningstar investment management), sul fronte dei rendimenti, gli investitori non devono farsi grandi illusioni per il futuro. “Diversi studi sostengono l’ipotesi che gli yield rimarranno bassi a lungo a causa di alcuni cambiamenti demografici, come l’invecchiamento della popolazione e l’allungamento dell’aspettativa di vita, i più alti tassi di risparmio nei paesi emergenti e il progresso tecnologico”.
Nonostante queste prospettive, le obbligazioni governative mantengono la loro funzione di diversificazione nel portafoglio, che nasce dal fatto che gli investitori generalmente comprano le emissioni sul mercato secondario (non direttamente quando sono collocate), dove possono trarre profitti dalla loro crescita di valore.
Meglio low cost
Un fattore critico nella selezione, soprattutto in un contesto di bassi rendimenti, è il costo. Minore è la commissione, maggiore sarà il rendimento che l’investitore riuscirà ad ottenere a parità di altre condizioni. “Il segmento dei titoli governativi dell’Eurozona è molto liquido”, spiega Jose Garcia-Zarate, associate director della ricerca sulle strategie passive di Morningstar. “Le opportunità per I gestori attivi di creare valore rispetto all’indice di riferimento sono limitate nel lungo periodo. Per questo gli Etf (Exchange traded fund) molto diversificati e poco costosi sono diventati l’opzione preferita dagli investitori che desiderano esporsi a tale mercato”.
In effetti, nella maggior parte dei casi i rendimenti corretti per i rischi degli Etf governativi sono tra i migliori all’interno della categoria che comprende anche gli strumenti attivi. “Siamo convinti che l’approccio passivo possa fare meglio in questo segmento su un intero ciclo di mercato”, conclude Garcia-Zarate. Inoltre, sono davvero economici: le spese correnti oscillano tra lo 0,2 e lo 0,12% annuo, mentre tra i gestori attivi possono arrivare a sfiorare il 2%. Non stupisce, dunque, che gli Etf coperti dal Morningstar Analyst rating ottengano un giudizio elevato (Gold o Silver).