“Il flusso di risultati trimestrali migliori delle previsioni è risuonato come una sveglia per gli investitori che si erano posizionati eccessivamente al ribasso”. Parola di Peter Rosenstreich, Head of Market Strategy di Swissquote.
Snap e Twitter hanno pubblicato conti che hanno generato un rally di ampio respiro sui titoli delle grandi società tecnologiche spingendo lo S&P500 su nuovi massimi. Il fatturato di Snap, realizzato sulla vendita di pubblicità, è cresciuto del 39% a 320 milioni di dollari, ben al di sopra delle stime degli analisti.
“Nel settore delle materie prime, le aspettative di un atteggiamento statunitense più aggressivo degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran sta spingendo il prezzo del petrolio verso l’alto portando nuova linfa anche al settore energy – continua Rosenstreich – Anche il dollaro ha guadagnato nei confronti delle principali monete del G10 dal momento che tutte queste opportunità su Wall Street stanno attraendo nuovamente i capitali globali”.
Oltre a ciò, il rialzo dei rendimenti (nonostante il miglioramento della propensione al rischio, i Treasuries continuano ad apprezzarsi) rende ancora più complicata la rotazione del capitale. “Riteniamo improbabile che questo trend di rafforzamento del biglietto verde possa esaurirsi in fretta, anche perché la volatilità rimane su valori contenuti incoraggiando pertanto coloro che vogliono assumere nuovo rischio – prosegue l’esperto di Swissquote – Questa notte i titoli cinesi non sono riusciti a mantenere il buon avviamento poiché i timori riguardanti la direzione di politica monetaria sono tornati alla ribalta, anche se qualsivoglia aggiustamento di tono della politica accomodante del PBOC e le prospettive di ulteriori stimoli monetari dovrebbero migliorare l’outlook economico”.
“Considerati gli ultimi dati, rimaniamo piuttosto ottimisti sulla fase di stabilizzazione economica del Paese. In tale contesto, i prezzi delle materie prime, includendo il petrolio e i metalli industriali, risulta a buon mercato. Il Pil del primo trimestre cinese (6,4%) guidato dalla crescita della produzione industriale e le esportazioni del secondo trimestre in probabile miglioramento grazie all’ormai vicino accordo commerciale con gli Stati Uniti e al consolidamento della domanda globale suggeriscono che i mercati hanno sottostimato le prospettive di crescita del gigante cinese” aggiunge lo strategist di Swissquote.
Con una politica destinata a rimanere supportiva dei segnali incoraggianti provenienti dall’attuale contesto è probabile che nuovi stimoli non siano in realtà necessari. “E’ difficile immaginare che la Borsa possa salire ulteriormente da questi livelli, pur tuttavia riteniamo che questo scenario che incorpora minori rischi, banche centrali amiche e un miglioramento dello scenario, anche gli utili della Corporate Cina potrebbero avere spazi di crescita” conclude Rosenstreich.