Il mercato non riesce a inquadrare i bancari. All’inizio dell’anno gran parte degli istituti di credito coperti dalla ricerca di Morningstar erano scambiati a prezzi superiori rispetto ai rispettivi fair value, ma le negative performance registrate sino ad ora penalizzano oltremodo i fondamentali delle aziende e creano nuove opportunità di investimento. A livello globale il comparto ha ceduto più del 10% (in euro al 29 ottobre 2018). E’ andata peggio alle banche europee, che hanno perso oltre il 20% della loro capitalizzazione, mentre negli Usa sono riuscite a limitare i danni lasciando sul terreno poco più di due punti percentuali.
Buone prospettive per il settore
“Come era ingiustificato l’eccessivo ottimismo di inizio anno allo stesso modo sono poco comprensibili le attuali valutazioni di mercato del settore. I fondamentali delle società sono solidi e i costi del credito sono ai minimi storici. Inoltre, la crescita del Pil e i bassi livelli di disoccupazione, specie negli Stati Uniti, non lasciano intravedere la possibilità che l’attuale contesto possa girare in negativo”, dice Eric Compton analista azionario di Morningstar. L’attuale stato della congiuntura fa ben sperare per la crescita futura dei prestiti. Inoltre, la maggior parte delle banche sta investendo ingenti capitali per l’adozione di nuove tecnologie e sta provvedendo alla razionalizzazione delle filiali e del personale. Interventi, questi, che dovrebbero favorire una progressiva riduzione dei costi del settore. Infine, l’atteso aumento del costo del denaro promette di far crescere la componente principale degli utili bancari, cioè il margine da interesse. A tutto questo si aggiunge poi un contesto normativo e fiscale più favorevole rispetto al passato.
Le migliori idee di investimento
Le migliori idee di investimento negli Usa sono Wells Fargo (WFC) e Capital One. I fondamentali di WFC sono forti e gli analisti sono convinti che alla fine la banca riuscirà ben presto a mettersi alle spalle lo scandalo legato alla frode a carico dei suoi correntisti. Inoltre il titolo è scambiato a un tasso di sconto del 23% rispetto al fair value di 67 dollari (report aggiornato al 13 ottobre 2018). Per quelli che invece vogliono posizionarsi sul settore finanziario ma non amano le banche tradizionali, Capital One è scontata del 30% rispetto al fair value. L’azienda americana, che ricava dai servizi delle carte di pagamento e del credito al consumo oltre il 70% del suo fatturato, è riuscita nel tempo ad allargare la sua offerta e a investire in Information Tecnology, cosa che le consentirà di gestire una grossa mole di dati relativi alle abitudini di spesa dei propri clienti e di realizzare a solidi guadagni nei prossimi anni (report aggiornato al 23 ottobre 2018). Nel Vecchio continente, invece, Credit Suisse e UBS sono gli istituti in grado di abbinare una profittabilità superiore alla media e tassi di sconto attorno al 40%.