Piazza Affari, Orso in retromarcia

Gli investitori tirano un sospiro di sollievo: la reazione del mercato all’indomani delle recenti elezioni politiche è stata composta. «Gli investitori sono maturi e agiscono con raziocinio: non potrà mai succedere nulla di negativo, nella terza economia continentale», è il refrain udito nei giorni successivi al voto per giustificare, come sempre ex post, l’andamento del mercato.

Una delle applicazioni del secolare ammonimento di Trapattoni, secondo cui non si può giurare di aver catturato un gatto, se non ce l’hai nel sacco; è quella che dice così: una tendenza è in essere fino a prova contraria. A ben vedere, a Piazza Affari l’indice MIB mantiene ancora la barra a dritta. Sebbene i motivi di perplessità non manchino.

Anzi, con il passare delle settimane sembra sempre più chiaramente di assistere a una paziente opera di composizione di un mosaico, dai contorni sempre più definiti.

Tutto parte da una constatazione: malgrado i nuovi massimi dell’indice All Share Italia, le società che partecipano all’uptrend si vanno progressivamente riducendo. Una contrazione dell’ampiezza dai ben definiti precedenti.

Ad inizio marzo, le società di Piazza Affari posizionate sopra la media mobile a 40 settimane erano meno di 90; un anno fa, di questi tempi, le società in bull market erano oltre 200, con l’indice su livelli inferiori. Bella salute!

Ma vediamo quando si è registrata nel passato una simile ampiezza di mercato. Venendo da livelli sostenuti, un conteggio simile è stato registrato prima d’ora a luglio 2014 e a settembre 2014. Che combinazione: in ambo le occasioni è stato registrato uno schema comportamentale, che si sta ripetendo pedissequamente.

Vediamolo: c’è un iniziale massimo (1), seguito da una fisiologica e contenuta correzione (2). Segue un nuovo impulso, con corrispondente nuovo massimo (3), accompagnato da una contrazione dell’ampiezza di mercato. La divergenza inizia a produrre i suoi effetti nefasti: Piazza Affari perde vistosamente terreno, realizzando un minimo (4), in prossimità del quale le società in uptrend sono per l’appunto la minoranza, come evocato dalle frecce.

L’Orso si sta manifestando. Il rimbalzo conseguente è tanto violento quanto effimero: si arresta (5) in prossimità dei due terzi del ribasso precedente. Nel nostro caso, i margini di miglioramento dai livelli correnti sono ormai risicatissimi. Dopo il rally, il mercato è preda dei venditori, che riescono a disegnare una discesa ben più consistente di quelle precedenti. Il nuovo minimo (6) si realizza in condizioni di “prostrazione tecnica”, con l’ampiezza di mercato ridotta ai minimi termini.

Ma non basta, perché occorre ricostruire le basi, prima di ripartire. In effetti dopo un rimbalzo da ipervenduto (7), l’All Share torna sui suoi passi, conseguendo un nuovo minimo (8), questa volta in vistose condizioni di divergenza bullish rispetto all’ampiezza di mercato: situata su livelli superiori. È la prova che il ribasso poggia ormai su poche società, e che il Toro è pronto a riaffacciarsi a Piazza Affari. Vedremo se anche questa volta il film sarà replicato.

Difficilmente. Perché, come dicono, una volta che si scopre la combinazione, ecco che ti cambiano la serratura…