Wall Street è stata protagonista nella prima parte del 2019, soprattutto grazie ai titoli tecnologici. Se un investitore all’inizio dell’anno avesse puntato 10 mila euro sull’indice Morningstar US large growth, all’interno del quale l’hi-tech pesa per oltre il 37%, oggi si ritroverebbe con 12.590 euro, contro gli 11.370 del paniere Morningstar US large value (dati al 30 giugno 2019).
Differenze di stile
Il primo semestre è stato positivo per i principali mercati azionari globali, soprattutto quelli sviluppati, con l’indice Morningstar Global market large-mid che ha guadagnato il 16,55% in euro, ma esistono differenze tra le aree geografiche, le diverse capitalizzazioni e gli stili.
Sempre negli Stati Uniti, il paniere composto dalle aziende a media capitalizzazione con uno stile growth è stato il migliore in assoluto nei primi sei mesi, con un rialzo di quasi il 30% in euro, seguito dallo US small cap growth (+22,76% in euro). Così come per l’indice delle large cap orientate alla crescita, il maggior contributo è arrivato dal settore tecnologico, che ha registrato un primo trimestre di forte rally e un secondo più volatile a causa delle tensioni commerciali con la Cina, soprattutto in relazione alla messa al bando del produttore cinese di telefoni cellulari, Huawei.
Pur con un rialzo a due cifre, il segmento value è quello che ha corso meno tra gennaio e giugno. Le mid cap orientate al valore hanno segnato +14,94%, le large +13,66% e le small +12,67%. Il contributo maggiore alle performance è arrivato dai finanziari in tutti e tre i casi, ma tra le società a larga capitalizzazione un ruolo importante hanno avuto anche i beni di consumo difensivi, mentre tra quelle più piccole l’immobiliare e i ciclici.
Le opportunità nei tecnologici
Guardando ai prossimi mesi, è ancora tempo di investire nel settore tecnologico a Wall Street? Secondo Brian Colello, analista di Morningstar, le tensioni commerciali tra Usa e Cina possono pesare nel breve, ma per gli investitori di lungo periodo il comparto offre delle opportunità, soprattutto nell’industria dei semiconduttori, che attualmente è quella più a sconto. I ricercatori di Morningstar vedono opportunità anche nel segmento dei media online. E’ vero che i leader come Facebook e Alphabet devono affrontare questioni legate al rispetto della privacy e all’antitrust; tuttavia gli analisti sono convinti che la pubblicità continuerà a crescere su questi canali più che su quelli tradizionali come la televisione o la carta stampata.
Quello tecnologico, però, non è il settore con le valutazioni più attraenti. Secondo l’equity research team di Morningstar, infatti, le migliori opportunità sono nell’energia e, in parte, nei beni di consumo ciclici (auto, lusso, viaggi e intrattenimento).
L’offerta di fondi ed Etf growth
Per gli investitori italiani che volessero continuare a puntare sullo stile growth a Wall Street, esistono circa una settantina di fondi ed Etf (Exchange traded fund) nella categoria USA large cap growth, di cui dieci con cinque stelle. Nella tabella qui sotto sono ordinati per rendimento da inizio anno. Tra questi, gli analisti di Morningstar attribuiscono un rating qualitativo Gold (il massimo del giudizio) a T. Rowe Price US Blue Chip, riconoscendo nel gestore Larry Puglia, al timone dal lancio nel 1993 il suo punto di forza, essendo stato capace di traghettare il comparto con successo in diversi cicli di mercato. A un gradino di giudizio inferiore (Silver), troviamo un altro fondo T. Rowe Price (US large cap growth) e Morgan Stanley US Advantage.
In Italia, sono disponibili anche una sessantina di fondi ed Etf specializzati su small o mid cap statunitensi. Nella tabella qui sotto sono riportati quelli con una maggiore esposizione netta ai titoli growth.