Nuovo massimo storico per l’indice S&P500 in scia all’intervento di Powell al simposio annuale di banchieri centrali e ministri delle Finanze a Jackson Hole, nel Wyoming durante il quale il presidente della Fed ha confermato la politica di un graduale rialzo dei tassi d’interesse Usa e il consensus sulla solidità dell’economia a stelle e strisce. Powell si è è poi rivelato più “colomba” del previsto, riconoscendo che i fattori di rischio all’estero e in patria potrebbero giustificare una modifica nell’orientamento della politica monetaria di Washington, un indizio, a detta di molti analisti, che i problemi nei mercati emergenti potrebbero costringere la Fed a rinviare ulteriori aumenti dei tassi.
Dal punto di vista tecnico l’indice S&P500 prosegue così nel canale rialzista intrapreso dai corsi a inizio dello scorso aprile, un uptrend caratterizzato da un coefficiente angolare contenuto che permette agli indicatori tecnici di non entrare in territorio di ipercomprato. Operativamente quindi è possibile assistere a un ulteriore allungo del paniere con target in prima battuta a ridosso della soglia psicologica dei 3.000 punti e, dopo un’eventuale breve pausa laterale di consolidamento, in zona 3.200/3.250.
Fondamentale però posizionare uno stop loss a quota 2.840, dove al momento transita la media mobile a 21 sedute al di sotto della quale si profilerebbe l’inizio di una correzione per i corsi.
Da notare, ultimo ma non certo per importanza, come la curva dei rendimenti tra i Treasury Usa biennali e decennali sia scesa sotto i 20 punti base, consolidandosi sui minimi dall’agosto 2007, dopo che in luglio era calata inizialmente sotto quota 30 punti e quindi sotto i 25 punti.