Target a 20.000 punti per il Ftse Mib. Lo fissano gli analisti di Banca Imi che valutano il nostro principale indice di Borsa a sconto di circa il 20% sulla media di un campione di panieri azionari europei e internazionali. Nel dettaglio il Ftse Mib passa di mano a circa dieci volte gli utili attesi per l’anno in corso e a 9,2 volte quelli del 2020 (contro una media rispettivamente di 12,4x e 11,5x), con un Peg di 1.21 (1,59 il dato medio) che scende a 1,17 sulla crescita prospettica a 2 anni dell’eps.
In tutto questo il rischio Italia viene percepito superiore rispetto agli altri panieri: e un equity risk premium dell’8,3% a fronte di un 7,3% medio degli altri indici azionari (i più elevati dopo il nostro sono l’Ibex spagnolo con l’8,1% e il Dax con l’8%).
Il Ftse Italia All Share viaggia invece a 11,4 volte gli utili attesi 2019 (10,5 volte quelli del 2020), con una crescita attesa dell’utile per il 2019 del 12,3%. Una doppia analisi di sensitività evidenzia come in casi di crescita dell’eps dimezzata, l’equity italiano tratterebbe a 12,3x gli utili 2019 con un risk premium del 7.2%, mentre se la crescita fosse azzerata il multiplo del Ftse Italia All Share sarebbe di 13 volte.
Nello scenario attuale, comunque, e in ipotesi di una conferma dell’attuale contesto politico, a Banca Imi si attendono una crescita dell’eps al 6% circa e un equity risk premium del 7-7,5% nel secondo semestre dell’anno, con un target di circa 20.000 punti di Ftse Mib con la maggior parte della crescita nel secondo semestre dell’anno.
E così, dovendo andare a fare stock picking tra i titoli di Piazza Affari, gli analisti di Imi hanno privilegiato, come filtri di selezione, la resilienza delle società in uno scenario di “stress finanziario”, il dividend yield e l’esposizione al dollaro Usa. I dieci titoli “top pick” sono: Autogrill, Brembo, Eni, Interpump, Moncler, Pirelli, Poste Italiane, Prysmian, Saipem, Unipol.