L’industria globale dei fondi ha archiviato un altro anno con il segno più in termini di raccolta, ma i gestori non hanno stappato le bottiglie di spumante. Rispetto al 2017, sono stati davvero dodici mesi di magra. Secondo l’ultimo Morningstar Global fund flow report, i flussi netti si sono fermati a 606 miliardi di dollari contro i 2 mila miliardi del periodo precedente. Si tratta del livello più basso dal 2011, quando la crisi finanziaria si allargò al debito sovrano dei cosiddetti paesi periferici dell’Europa, inclusa l’Italia.
Se si scava all’interno dei dati del rapporto curato da Kevin McDevitt, senior analyst di Morningstar, si possono identificare tre grandi trend del risparmio gestito a livello globale.
Gli indicizzati si fanno strada nel reddito fisso
Il primo è la forte domanda di fondi indicizzati un po’ ovunque. Complessivamente, hanno raccolto 695 miliardi, dato che si confronta con deflussi netti per 87 miliardi dalle strategie attive. Il tasso di crescita organica è stato del 7,8%, con incrementi più significativi nel reddito fisso, dove questa tipologia di fondi si è affermata in un secondo momento rispetto al segmento azionario. In quest’ultimo, però, gli index fund rappresentano oggi oltre il 41% (era il 38,9% a fine 2017). Gli Stati Uniti restano il mercato in cui questa dinamica è più accentuata: nel 2018 sono entrati nei prodotti passivi 459 miliardi di dollari. Al secondo posto si colloca l’Asia (+117), dove un ruolo centrale ha avuto la Banca del Giappone con l’acquisto di Etf (Exchange traded fund) per 65 miliardi di dollari. In Europa, gli index fund hanno raccolto circa 80 miliardi netti.
Ripartizione del patrimonio tra strategie attive e passive per regione
Propensione o avversione al rischio?
Il secondo trend riguarda la propensione al rischio degli investitori. Nonostante la volatilità delle Borse mondiali, i fondi azionari hanno raccolto 352 miliardi di dollari, molto meno del 2017 (i flussi netti erano stati pari a 604 miliardi), ma meglio rispetto alle precedenti correzioni dei listini del 2011 e 2016. Per contro, sembra esserci stato un aumento dell’avversione al rischio nel reddito fisso, che ha archiviato il peggior risultato dal 2013 (+156 miliardi). Secondo Kevin McDevitt, “Gli investitori sono diventati più strategici e meno guidati dalle performance nell’equity, mentre nel reddito fisso hanno ridotto il rischio di credito e cercato riparo in veicoli a breve termine, come i fondi monetari, che hanno raccolto 331 miliardi di dollari”. Resta da comprendere quale ruolo abbiano avuto i fondi target-date e le altre soluzioni cosiddette managed portfolio nel mantenere alti i flussi verso gli azionari. Questi prodotti, infatti, devono tenere una certa percentuale equity ed è possibile che abbiano dovuto sottoscrivere nuovi prodotti di questo tipo o incrementare le quote per compensare la discesa dei listini.
Flussi netti e patrimonio per macro-categorie Morningstar nel 2018
I protagonisti
Il terzo trend è relativo ai protagonisti dell’industria. Anche nel 2018, Vanguard e BlackRock/iShares dominano la classifica per flussi netti, con rispettivamente 176 e 167 miliardi nei fondi a lungo termine (tutte le categorie, esclusi i monetari). Fidelity è terzo, ma distaccato, con 24 miliardi. A soffrire di più sono stati i gestori attivi, in particolare Franklin Templeton è stata la peggiore con riscatti netti per 44 miliardi. Nella tabella qui sotto, i dati includono sia i fondi a lungo termine sia in monetari.
Patrimonio e flussi netti nelle principali società di gestione a livello globale