Simpatico o antipatico, bullo o non bullo, sembra indiscutibile che il nuovo corso sulle relazioni commerciali avviato da Trump stia producendo degli effetti positivi sul sistema economico statunitense. Il secondo trimestre ha registrato una crescita annualizzata del Pil al 4,2%, il più alto tasso di crescita realizzato dal terzo trimestre del 2014 ed anche le stime per il terzo quarter sono positive grazie agli effetti della riforma fiscale e all’impatto della spesa federale.
Le stime di consensus degli economisti mostrano una possibile attenuazione di questi effetti nel 2019 determinato dall’aumento dell’inflazione e dalle manovre di neutralità monetaria avviate dalla Federal Reserve.
Tasso di crescita del Pil Usa – Fonte: Tradingeconomics
Ed è proprio dalla FED che arrivano sia indicazioni su un possibile rallentamento nel biennio 2020/2021 sia commenti poco entusiasti sulla politica degli accordi commerciali voluta da Trump.
Secondo le indicazioni fornite dalla banca centrale statunitense se la politica commerciale americana si avviasse verso una strada protezionistica gli effetti sulle tariffe e quindi sui prezzi potrebbero essere negativi determinando degli squilibri sia sull’economia degli States sia su quelle mondiali.
Nel frattempo la FED procede con propria strategia di rialzo dei tassi, con i Fed Funds saliti al 2-2,25% da 1,75-2% che si traduce in un rafforzamento del biglietto verde.
Il cambio Euro/Dollaro presenta un’impostazione di medio termine negativa avviata con la rottura in maggio del pivot low a 1,215 che ha prodotto una discesa verso il supporto statico a 1,13, con conseguente stabilizzazione dei prezzi. Tecnicamente il trend sarebbe confermato nella sua definizione ribassista anche nel breve termine al cedimento del supporto indicato mentre la reazione di breve periodo acquisterebbe forza al superamento di 1,182 dollari, livello osservabile su serie storiche daily e intraday.
Eur/Usd – Fonte: Fida
Sulla base di tali assunzioni lo scenario sul mercato equity statunitense non può che essere caratterizzato da positività, con lo S&P 500 che registra un rialzo “accademico”, con le quotazioni inserite in un canale rialzista chiaramente definito che mostra in termini algoritmici delle divergenze negative compatibili con un rialzo prolungato.
Operativamente le strategie di trading con migliori probabilità di riuscita in uno scenario di questo tipo sono del tipo Long in buy area, con ingresso al minimo e stop loss (o stop and reverse) alla rottura del minimo posto a base. I segnali di allarme sono da associare alla configurazione grafica in oggetto e in questo caso oltre al canale rialzista, la cui rottura fornirebbe un primo segnale di allarme, occorre considerare anche la media mobile transitante a 2.880 punti.
S&P 500 – Fonte: Fida
Le possibilità di investimento sui mercati statunitensi sono numerose e diversificate tra di loro. Tra queste segnaliamo alcuni ETF quotati su Borsa Italiana caratterizzati da differenti strategie:
- Db X-Trac S&P500 Ucits Etf Dr Eur Hedged – ISIN: IE00BM67HW99
- Ishares S&P 500 Eur Hedged Ucits Etf Acc – ISIN: IE00B3ZW0K18
- Lyxor Ucits Etf S&P 500 – ISIN: LU0496786574
- Spdr S&P 500 Ucits Etf – ISIN: IE00B6YX5C33