È arrivata l’offerta finale di BHP Billiton ai lavoratori della miniera di rame di Escondida, in Cile, che prevede un bonus una tantum di 27.700 dollari per lavoratore e un incremento salariale dell’1,5%. Una proposta la cui accettazione è tutt’altro che scontata stando alle dichiarazioni dei sindacati, che invece richiedevano un bonus di 40.000 e un aumento degli stipendi del 5%. A dispetto delle dichiarazioni iniziali, si vocifera che una parte degli operai sia incline ad accettare le concessioni della compagnia ed evitare uno sciopero, dopo quello di 44 giorni dello scorso anno.
Tuttavia, in previsione di una possibile interruzione dell’output di rame della prima miniera mondiale le quotazioni del future sul rame al London Metal Exchange hanno registrato un recupero dai minimi di periodo riguadagnando quota 6.300 dollari per tonnellata. “Un livello comunque ancora al di sotto del supporto tecnico tra i 6.350 e i 6.400 dollari”, avvertono gli analisti di Wings Partners Sim.
Gli operatori seguiranno attentamente le evoluzioni in Cile, con i prezzi che potrebbero ancora tornare sui minimi in caso non si verifichi alcuno sciopero. “Da considerare inoltre – segnalano da Wings Partners Sim – nell’equazione il freno a ulteriori rialzi del continuo indebolimento dello yuan contro il dollaro, mentre segnali di un possibile passo indietro nella guerra commerciale tra Usa ed Ue rappresenta un fattore che potrebbe favorire rialzi nell’immediato”.