A cura di Housers
PMI e finanziamento alternativo: da quale parte sta l’Italia?
La questione del ricorrere a metodi di finanziamento alternativi per poter finanziare la propria impresa è ancora ampiamente discussa all’interno del contesto italiano. Al contrario, l’andamento del mercato delle piattaforme che offrono questo tipo di servizio sembra andare nella direzione opposta: secondo gli esperti, gli investimenti alternativi raggiungeranno la notevole cifra dei 19.000 miliardi di dollari entro il 2023.
Qual è quindi il gap da colmare?
La School of Management del Politecnico di Milano ha svolto una ricerca al riguardo. Partendo da un’analisi delle varie forme di finanziamento attualmente utilizzate, confrontando la realtà italiana con quella europea e portando esempi delle principali piattaforme e business attivi sul territorio italiano che si rivolgono alle piccole e medie imprese per richiedere un finanziamento, vengono poi tirate le conclusioni per rispondere a questa domanda.
PMI e finanziamento alternativo: da quale parte sta l’Italia?
La questione del ricorrere a metodi di finanziamento alternativi per poter finanziare la propria impresa è ancora ampiamente discussa all’interno del contesto italiano. Al contrario, l’andamento del mercato delle piattaforme che offrono questo tipo di servizio sembra andare nella direzione opposta: secondo gli esperti, gli investimenti alternativi raggiungeranno la notevole cifra dei 19.000 miliardi di dollari entro il 2023.
Qual è quindi il gap da colmare?
La School of Management del Politecnico di Milano ha svolto una ricerca al riguardo. Partendo da un’analisi delle varie forme di finanziamento attualmente utilizzate, confrontando la realtà italiana con quella europea e portando esempi delle principali piattaforme e business attivi sul territorio italiano che si rivolgono alle piccole e medie imprese per richiedere un finanziamento, vengono poi tirate le conclusioni per rispondere a questa domanda.
I metodi di finanziamento alternativo
Ci sono sei forme di finanziamento alternativo che stanno sempre più prendendo piega nel contesto italiano :
1) i mini-bond, ovvero il ricorso al mercato mobiliare per il collocamento di titoli di debito
come obbligazioni e cambiali finanziarie;
2) il crowdfunding, ovvero l’opportunità di raccogliere capitale su portali Internet, nelle
varie forme ammesse (reward, lending, equity);
3) l’invoice trading, ovvero il ricorso a piattaforme web per lo smobilizzo di fatture
commerciali;
4) il direct lending, ovvero credito fornito da soggetti non bancari attraverso prestiti diretti;
5) le Initial Coin Offerings (ICOs), ovvero la nuova frontiera del collocamento di token
digitali su Internet grazie alla tecnologia emergente della blockchain;
6) il private equity e venture capital, ovvero il finanziamento con capitale di rischio fornito
da investitori professionali, a volte prodromico alla quotazione in Borsa su listini specifici
per le PMI come AIM Italia; si tratta del segmento che fino a poco tempo fa identificava
quasi esclusivamente la finanza alternativa per le PMI nel contesto nazionale.
Il crowdlending secondo Housers
Sotto il crowdfunding, in particolare del lending crowdfunding, viene riportato l’esempio di Housers e il fatto che negli ultimi 12 mesi la nostra piattaforma ha erogato 2,986 milioni di euro in prestito a PMI italiane.
Queste ultime possono, infatti, ricorrere a tre diversi tipi di finanziamento tramite Housers:
- Risparmio: sono prestiti a lungo termine (da 5 a 10 anni) con interessi concordati
e composti ogni mese; i rendimenti finali derivano dagli affitti percepiti e dalla vendita
dell’immobile, che può generare un upside; - Investimento: si tratta di prestiti partecipativi a breve termine (12-24 mesi) per la ristrutturazione
o costruzione di immobili per la vendita. Non prevedono interessi mensili
e alla fine della durata dell’investimento si riceve una quota della plusvalenza generata
dall’immobile, compartecipando quindi al rischio del progetto; - Tasso fisso: prestiti concessi a medio termine (12-36 mesi) per nuove costruzioni, che
prevedono un rendimento fisso mensile, concordato con i promotori del progetto.
In quest’ultima categoria rientra il progetto Castellero Resort, un progetto di tipo tasso fisso per la trasformazione di un castello nel Monferrato in una esclusiva realtà turistico ricettiva realizzata con il modello del condo-hotel. Il promotore del progetto Marco Pennisi racconta perchè ha scelto Housers ed il finanziamento tramite crowdfunding per il suo progetto:
Tutte le soluzioni prevedono la possibilità di cedere la quota dell’investimento attraverso
un mercato secondario offerto dalla piattaforma.
La situazione attuale
Sono ormai parecchi anni che le piccole e medie imprese europee ricorrono a metodi di finanziamento alternativi per svolgere al meglio la propria attività. In particolare, nell’Unione Europea in media il 68% delle PMI si rivela ottimista rispetto alla possibilità di approcciare un istituto bancario e ottenere quanto necessario in termini di risorse finanziarie. Al contrario, la percentuale in Italia si riduce al solo 58%.
All’interno di questa percentuale, i dati ci dicono che nell’ultimo decennio il tipo di finanza alternativa al credito bancario è per lo più stata dominata dal private equity, seguita al secondo posto dai mini-bond.
Se invece si analizza il solo 2017 e il primo semestre 2018 la situazione cambia radicalmente: cresce l’importanza relativa dei mini-bond e di tutti gli altri strumenti innovativi, soprattutto l’invoice trading.
Il flusso di finanziamento da canali alternativi al credito bancario per le PMI italiane negli ultimi 10 anni e negli ultimi 18 mesi.
Ciononostante, le PMI italiane continuano ad esprimere la loro preferenza per le banche quando devono ricorrere a forme di finanziamento. Le banche sono quindi ancora il partner ideale per supportare i progetti di crescita futura, al contrario del resto d’Europa dove questa tendenza è in continuo calo.
Inoltre, quello che manca e’ una robusta politica di educazione finanziaria verso gli imprenditori e verso i possibili investitori unita alla conoscenza dei vantaggi tangibili sia nei tempi che nei costi di accesso al capito che queste forme di finanziamento consentono.
In conclusione, sembra che la questione con cui le PMI italiane si confrontano quotidianamente sia di tipo culturale. C’è molto lavoro da fare, quindi, per incrementare l’offerta di risorse ma, soprattutto, per poter colmare il gap culturale che in Italia ha frenato le PMI n
ella ricerca di alleanze e di supporto finanziario dall’esterno attraverso fonti alternative al credito bancario.
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