Pechino critica le misure protezionistiche di Washington, salvo poi agire in maniera analoga. Settimana scorsa il governo cinese ha infatti annunciato un’indagine sulle importazioni di acciaio inossidabile da Indonesia, Unione Europea, Giappone e Corea, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di dollari, includendo in questo conteggiuo anche le compagnie nazionali che operano all’estero. Un provvedimento che fa seguito alle lamentele delle industrie locali per il flusso eccessivo di metallo dall’estero che sta invadendo il mercato.
Nel dettaglio, le importazioni in cina di billette e laminati a caldo di acciaio inossidabile sono triplicate, solo nel 2017. Nel frattempo, la produzione cinese di acciaio ha raggiunto un nuovo record di produzione, con un output di acciaio grezzo di 80,2 milioni di tonnellate nel solo mese di giugno, pareggiando la produzione statunitense di 81,6 milioni di tonnellate dell’intero 2017.
In questo scenario si rigestra un rimbalzo delle quotazioni del future sul nickel al London Metal exchange dopo il test alla parte bassa del canale rialzista di medio periodo, con i corsi diretti verso la media mobile a 21 giorni in transito in area 24.000 dollari per tonnellata. “Il superamento di questo livello – affermano gli analisti di Wings Partners Sim – consentirebbe allunghi di breve in direzione della media mobile a 50 giorni in prima battuta in area 14.500. A supportare la view ascendente l’ingresso degli indicatori di momentum all’area di ipervenduto che necessitano di una ripresa dei corsi per poter uscire dall’area di estremo. Maggiori conferme in tal senso si avranno però solo con il ritorno dei corsi oltre la soglia a quota 14.000″.