Uno degli strumenti più considerati dagli economisti per valutare la parità del potere d’acquisto è il Big Mac Price Index, misurando il costo del panino venduto da una delle catene più capillari al mondo, che offre un prodotto omogeneo al consumatore. Queste caratteristiche consentono di valutare il potere d’acquisto, sfruttandolo per stimare dei cambi valutari “ideali” per garantire la parità del costo. Negli ultimi anni, date le difficoltà della catena di fast food (costretta a chiudere più negozi di quelli aperti) tale misurazione ha gradualmente perso di significatività, dovendo sottostare maggiormente a logiche di rilancio per riguadagnare quote di mercato.
“L’ultimo aggiornamento del mese di luglio vede tuttavia un prezzo medio del Big Mac nell’Area Euro di 4,08 euro, contro il valore degli Usa di 5,74 dollari, con un cambio implicito di 1,41 che implica come al momento il dollaro sia sopravvalutato del 25% circa rispetto al valore di mercato di 1,1145 attuale. Unica valuta ad essere più sopravvalutata del biglietto verde, secondo questa logica, è il franco svizzero che risulta di valore superiore del 43% rispetto a quello teorico tramite l’indice”. Avverto0no gli analisti di Wings Partners Sim.
“Al contrario risulta sottovalutata la sterlina inglese (-10%) complici le vicende legate al Brexit, mentre la divisa più sottovalutata spetta al rublo russo (-55%), seguito a distanza ravvicinata dal rand sudafricano (-52%) e rupia indonesiana (-50%)”. fanno poi notare da Wings Partners.
Pubblicati intanto nella giornata di ieri i dati statunitensi sulle vendite di abitazioni esistenti per il mese di giugno, che hanno evidenziato una contrazione dell’1,7% rispetto a maggio totalizzando 5,27 milioni di unità. Peggiora anche l’indice manifatturiero della Fed di Richmond di luglio a -12, rispetto al 2 del mese precedente e al 5 previsto dagli analisti. I mercati azionari non ne hanno però risentito negativamente, con una chiusura dei principali indici di Wall Street ancora in positivo, forti della convinzione che un rallentamento economico sarà compensato dagli allentamenti monetari della Fed e da quelli fiscali del Governo di Washington.