Ancora una settimana all’insegna dell’alta volatilità a Piazza Affari, con il Ftse Mib future che ha chiuso la sessione di giovedì a 18.890 punti, in rialzo su base settimanale dell’1,4%. La forte pressione ribassista in atto sul comparto azionario USA ha contagiato inevitabilmente anche l’Europa, con il Dax che ha aggiornato i minimi annuali mentre il Ftse Mib ha mostrato un’interessante reazione associata alla tenuta dei supporti chiave.
A inizio settimana il derivato italiano è andato a ritestare livelli estremamente sensibili in area 18.400 punti, punto di innesco per il rimbalzo che ha caratterizzato le successive sessioni; nella giornata di mercoledì il Ftse Mib ha messo a segno la miglior performance intraday degli ultimi 3 mesi, chiusa con un +2.42%.
A livello tecnico c’è da sottolineare infatti come l’ultimo movimento correttivo, pur esteso fino ai supporti chiave, non sia riuscito ad invalidare il modello di inversione rialzista a doppio minimo; tale configurazione era stata completata il 3 dicembre scorso a seguito del breakout in gap di quota 19.575 punti.
Il test positivo del minimo più alto a 18.400 punti ha di contro prodotto una configurazione a triplo minimo, che rafforza al momento l’idea di poter assistere ad un’inversione al rialzo.
Molto spesso infatti il terzo tentativo di attacco ad un livello sensibile risulta essere decisivo e propedeutico a un movimento statisticamente rilevante, sia in caso di breakout che di rifiuto dei prezzi; nel caso attuale, vista la tenuta del supporto, ci attendiamo una reazione importante da tali livelli.
Il pivot point da monitorare nel breve periodo è costituito da quota 19.000 punti, livello sul quale attendiamo difese da parte dei compratori.
L’obiettivo dichiarato è a questo punto il recupero di quota 20.800 punti, passando per i livelli di resistenza intermedi; si segnalano a tal proposito quota 19.320, 19.450, 19.670 19.850 e 20.200 punti; in particolare riteniamo che una chiusura giornaliera superiore a quota 19.670 punti possa essere in grado di produrre un’ulteriore allungo.
Dal lato opposto, come più volte segnalato, se il mercato dovesse spingersi verso nuovi minimi al di sotto di 18.350 punti, i venditori non incontrerebbero difese significative fino a quota 17.380 punti.