Gli investitori internazionali riconoscono sempre più le azioni cinesi di tipo A (A-Shares) come un elemento cruciale nell’ambito delle opportunità d’investimento sui mercati emergenti. MSCI ha aggiunto per la prima volta le A-Shares a grande capitalizzazione ai suoi benchmark dedicati nel maggio 2018. Da allora, diversi fornitori di indici hanno dovuto aggiornare la loro definizione di ciò che costituisce l’universo investibile in Cina.
Lo scorso 28 febbraio, MSCI ha annunciato che aumenterà ulteriormente le allocazioni di azioni cinesi di tipo A a grande capitalizzazione a partire da maggio 2019. Il processo, diviso in tre fasi distinte, aumenterà il peso di queste stocks dal 5 al 20%. A novembre, sarà poi il turno delle A-Shares a media capitalizzazione. Queste modifiche porteranno a triplicare il peso dei titoli continentali cinesi nei portafogli dei principali indici emergenti MSCI. In particolare, le A-Shares passeranno dal rappresentare meno dell’1% dell’indice MSCI Emerging Markets al 3,3%.
Un passo indietro
Ma di cosa si tratta esattamente? Le azioni di tipo A sono quei titoli quotati sulle Borse di Shanghai e Shenzhen, tradizionalmente di difficile accesso per la maggior parte degli investitori esteri. Come conseguenza, la maggior parte dei fondi comuni e degli Exchange traded fund dedicati alla Terra di mezzo sono stati per lungo tempo costretti a investire nei titoli cinesi quotati a Hong Kong (H-Shares, Red Chips e P-Chips) e a New York.
La situazione è cambiata nel 2016, quando ha visto la luce lo storico accordo sul programma Shenzhen-Hong Kong Stock Connect e il successivo allentamento da parte delle autorità cinesi dei requisiti di pre-approvazione che hanno per molto tempo limitato la creazione di veicoli d’investimento passivi sul mercato azionario cinese continentale.
Le azioni di tipo A, oltre a essere scambiate in renminbi, sono molto più esposte all’economia domestica cinese rispetto ai titoli quotati offshore; inoltre, hanno una base di investitori con una componente retail decisamente più elevata, il che le rende teoricamente più volatili.
Non solo MSCI
Dall’inclusione iniziale da parte di MSCI nel maggio 2018, altri fornitori di indici hanno l’intenzione di includere azioni cinesi di tipo A nei loro benchmark globali (vedi tabella sottostante). “Tutto ciò sostiene la nostra visione secondo cui gli investitori internazionali stanno riconoscendo sempre più le A-Shares come un elemento cruciale nell’ambito delle opportunità di investimento sui mercati emergenti e su quelli internazionali”, commenta Jackie Choy, responsabile della ricerca Etf di Morningstar in Asia. Il riconoscimento non è limitato al mercato azionario, anche il reddito fisso della Cina continentale sta guadagnando terreno, come dimostra ad esempio la decisione da parte di Bloomberg Barclays di aggiungere titoli obbligazionari denominati in yuan al Bloomberg Barclays Global Aggregate Index dal prossimo mese di aprile, mentre FTSE ha aggiunto i titoli di Stato di Pechino alla loro “watch list” per una possibile inclusione nei benchmark obbligazionari FTSE in futuro.
Conseguenze sui flussi
Un possibile metodo per cercare di capire la reazione del mercato a tali cambiamenti è quello di andare ad analizzare i flussi di capitali sugli Etf esposti alle A-Shares. A tal fine, gli analisti di Morningstar hanno tracciato i flussi mensili in entrata e uscita dagli Etf facenti parte della categoria Azionari Cina – A Shares nei principali mercati (Hong Kong, Taiwan, Europa e Stati Uniti) rispetto alle date dei principali eventi relativi all’inclusione delle azioni di tipo A.
Come si evince dalla tabella sotto, nei due mesi che hanno visto l’inclusione di alcune A-Shares (maggio e agosto 2018) i risultati sono contrastanti e non permettono di arrivare a una conclusione definitiva da questo punto di vista.
Cosa cambia per gli investitori passivi?
Gli Exchange traded fund e i fondi indicizzati che replicano l’MSCI China, l’MSCI Emerging Markets o altri indici dedicati, dovranno quindi aggiungere le A-Shares ai loro portafogli e dovranno seguire eventuali successive inclusioni che si materializzeranno come parte di questo processo a lungo termine. Questa inclusione porta le azioni cinesi di tipo A più al centro degli investimenti globali e gli investitori dovranno quindi compiere uno sforzo per capire i fondamentali dell’investimento in questo tipo di titoli, il cui peso è destinato a crescere nei benchmark globali.
Per il momento, si tratta solo dei primi passi verso l’integrazione dei mercati azionari cinesi continentali nel mercato globale dei capitali. È importante che gli investitori comprendano la composizione dei diversi indici che includeranno le azioni cinesi di tipo A, in quanto le varie esposizioni potrebbero essere molto diverse tra loro.
“Occorre poi ricordare che l’inclusione delle A-Shares è un percorso che stanno affrontando diversi fornitori di indici e che ognuno sta seguendo un tracciato diverso e sta operando a un ritmo differente”, conclude Choy. “Ad ogni modo, è importante che gli investitori si concentrino sulle implicazioni di investimento a lungo termine di questi cambiamenti e che capiscano che fanno parte della naturale evoluzione dei mercati globali e degli indici che li misurano”.