Le quotazioni dei metalli non ferrosi hanno registrato un sell-off a metà del mese di agosto, andando in molti casi a registrare nuovi minimi di periodo estendendo le flessioni che si protraevano dall’inizio di giugno. Le ultime due settimane di agosto hanno invece registrato un tentativo di ripresa che ha determinato un ritorno delle contrattazioni sui livelli di inizio mese, con un allentamento dai minimi che ancora non preclude nuove ondate ribassiste del mercato.
L’interesse in acquisto che tendenzialmente si registra a inizio settembre non si è però ancora manifestato, complice le incertezze che continuano ad essere associate alla crescita economica della Cina, alle prese con la trattativa per evitare i dazi statunitensi, risultando anche in un rinvio delle fissazioni degli acquisti.
Anche la situazione fondamentale non è migliorata per molti metalli, a partire dal rame per cui non si sono registrate interruzioni produttive significative nel mese scorso. I possibili scioperi in alcune delle principali miniere cilene sono stati scongiurati, riducendo le ragioni che avrebbero potuto alimentare un recupero dei prezzi del metallo rosso con il possibile traino che questo avrebbe potuto determinare per il restante comparo. Le contrattazioni si attestano ora poco sotto i 6.000 dollari per tonnellata, benché non sia da escludere una ripresa dei movimenti in vista della dichiarazione opzioni di mercoledì, con interessi nel determinare l’esercizio/abbandono di opzioni con questo strike.
Discorso simile anche il restante comparto, a partire dal piombo mentre il nickel che va ad aggiornare i minimi di periodo sotto la soglia tecnica dei 12.700 dollari per tonnellata.