Iniziano sui media le precisazioni, le smarcature e le prese di distanza: malgrado la robusta crescita economica e l’espansione stellare dei profitti, a Wall Street gli analisti disposti a difendere il Toro incominciano a defilarsi. Questo ha indotto alcuni a sospettare che il ribasso sia agli sgoccioli per eccesso di pessimismo. È così?
Vediamo cosa rivela il sondaggio di Investors Intelligence, una società veterana di analisi del sentiment di advisor, editorialisti di periodici finanziari, analisti e scrittori di newsletter.
Allo stato attuale si contano 2,25 Tori per ogni Orso. In altre parole, ogni 100 ribassisti ci sono ben 225 rialzisti: ancora tanto, se si considera che sui minimi di inizio 2016, chi si esprimeva in termini favorevoli sulle prospettive del mercato azionario americano, era clamorosamente eclissato – fenomeno raro, per una categoria solitamente entusiasta – da chi si esprimeva a sfavore.
Naturalmente le incertezze sperimentate da gennaio in poi e il collasso delle ultime settimane, ha inciso sulla psicologia di questi qualificati (ma neanche tanto…) osservatori: sarebbe stato anomalo il contrario.
Tuttavia il confronto è ancora polarizzato dalla parte dei Tori: sussiste una solida maggioranza a favore dei rialzisti. Ciò non esclude la possibilità di recuperi di prezzo, ma porta a concludere che non sussistono le medesime condizioni estreme di sentiment, che all’inizio del 2016 schiusero una irrinunciabile opportunità di ingresso.