La sorpresa più grossa sui mercati arriva dalla Spagna, dove l’agenzia S&P ha alzato il rating sovrano ad A- da BBB+, confermando un outlook positivo. Nello spiegare i motivi della promozione, l’agenzia ha citato la performance economica complessiva del Paese unita all’andamento dei conti pubblici, che non sono stati intaccati dalle tensioni politiche in Catalogna.
La curva decennale della Spagna aveva già anticipato nelle ultime settimane questa possibilità e il paese Iberico che solo un anno fa aveva rendimenti superiori al Btp è sceso ai minimi con uno spread contro il Bund tedesco a quota 70 contro il 136 del Btp decennale.
Ad inizio anno il rendimento del Bonos era all’1,6% circa, oggi dopo le ultime notizie siamo arrivati sotto l’1,2%, segno che le riforme intraprese dopo gli anni di crisi hanno avuto i loro effetti. In questo percorso di uscita dalla crisi la Spagna ha recuperato molta fiducia sui mercati internazionali, recuperando terreno sui nostri titoli che ancora ad inizio del 2016 erano con spread positivo a nostro favore ed oggi sono peggiori di oltre 60 centesimi.
La performance spagnola, oscura quindi una settimana molto positiva per i nostri titoli di stato, nel pieno delle aste di fine mese, dove sono stati collocati con successo i Bot semestrali, i Ctz, i Btpei, ma soprattutto i Btp a 5 e 10 anni. I collocamenti sono avvenuti sulla parte alta della forchetta ed i 2,5 miliardi di Btp marzo 2023 0.95% (IT0005172322) hanno avuto un rendimento dello 0.68% in forte ribasso dallo 0,88% dell’asta precedente. Ancora meglio il Btp 10y febbraio 2028 2% (IT0005323032), collocato per 3 miliardi all’1,83% contro il 2,06% dell’asta di fine febbraio condizionata dalla speculazione pre-elettorale. In ogni caso i mercati non stanno considerando l’incertezza politica e la mancanza di una maggioranza precisa e lo spread contro Bund gira in area 132 ai minimi dal novembre 2016. Tra le altre cose è tornato a salire sopra quota 0.51% il rendimento del Bund decennale tedesco, termometro indicatore della finanza europea.
Le settimana pasquale e la volatilità sui mercati azionari per i casi dei titoli tecnologici e della questione dazi, hanno frenato le emissioni corporate in attesa di situazioni meno nervose. In questo contesto l’annuncio di Carige di aver rinviato l’emissione del bond tier2 annunciato e presentato nei roadshow.
Buoni segnali sono arrivati anche per alcuni nostri corporate dalle agenzie di rating, con Moody’s che conferma il rating “B1” di Piaggio e migliora l’outlook alzandolo da stabile a positivo, bene anche il rating di Mediobanca che resta confermato a Baa1, con outlook stabile un gradino sopra quello del debito sovrano dell’Italia.
Lo Stato Federale di Baden Wuerttemberg ha collocato un bond in euro da 500 milioni. Il titolo (isin DE000A14JY54) ha scadenza decennale il 5 aprile 2028 ed è stato emesso con un rendimento di 18 punti base sotto il tasso swap corrispondente, il rating di questo emittente è AAA. Taglio minimo di negoziazione di 1.000 euro.
Il gruppo assicurativo francese Axa ha collocato un nuovo titolo subordinato in euro con scadenza nel 2049 e call a partire dal 2029 con cedola del 3,25%, rivista al ribasso per l’alto numero di richieste arrivato sui book dei lead manager. L’emissione ha un ammontare complessivo di 2 miliardi ed un taglio minimo di 100 k +1k, (XS1799611642) e rating A3
Il gruppo Lenovo ha collocato una nuova obbligazione in dollari. Il titolo (isin XS1765886244) paga una cedola del 4.75% su base semestrale e va a scadenza il 29 marzo 2023. L’ammontare dell’operazione è di 750 milioni di dollari e il taglio minimo di negoziazione è di 2.000 dollari.
Il gruppo assicurativo francese Axa ha collocato un nuovo titolo subordinato con scadenza nel 2049 e call a partire dal 2029 con cedola del 3,25%, rivista al ribasso per l’alto numero di richieste arrivato sui book dei lead manager. L’emissione ha un ammontare complessivo di 2 miliardi ed un taglio minimo di 100 k +1k, (XS1799611642) e rating A3.
Banca Imi ha quotato una nuova obbligazione Collezione, a tasso misto, denominata in dollari e legata all’inflazione statunitense. L’obbligazione, ha una durata di sei anni e per i primi tre garantisce una cedola fissa annua del 4.5%. A partire dal quarto anno fino alla scadenza, ossia il 26 marzo 2026, la cedola diventa variabile e legata al costo della vita negli Usa, per un rendimento atteso che comunque in questa seconda fase non potrà essere in alcun caso negativo.
Tra gli hy in dollari la Mhp leader nel settore agricolo e food in Ucraina con rating B/B che ha emesso un bond per 550 milioni con scadenza 2026 e cedola del 6.95% (XS1713469911), taglio minimo da 200k+1k.
A cura di Carlo Aloisio, Senior Broker Unicredit.